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Otto e Mezzo, Bocchino contro i magistrati: "Gli unici che non pagano mai"

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"Ma chi paga?". Non di certo i magistrati. È questa la tesi di Italo Bocchino che, ospite a Otto e Mezzo, torna sul caso-Patarnello. Con la mail su "Meloni più pericolosa di Berlusconi", il sostituto procuratore generale in Cassazione ha svelato il vero volto di una parte della magistratura. La stessa magistratura che non risponde degli scandali. "Io mi fido molto di questo governo – esordisce il direttore del Secolo d'Italia rivolgendosi a Lilli Gruber – Salvini in maniera un po' forte ha detto una cosa che tutti pensano. Ma poi chi paga? I giornalisti televisivi e i conduttori come te e Sigfrido Ranucci (ospite anche lui della trasmissione, ndr), se lo share scende all’1 per cento, pagano perché si chiude la trasmissione".

Parole che non trovano d'accordo la conduttrice di La7, che subito punge l'ospite in collegamento: "Veramente oggi non vale nel servizio pubblico. Se guardiamo i flop purtroppo per questa Rai della Meloni… Ma questo è un altro capitolo". Bocchino però non ci sta e prosegue: "No, tutti pagano prima o poi con la chiusura". E continuando nel suo discorso: "Salvini pone una questione importante: perché i magistrati sono gli unici che non pagano quando sbagliano?". 

 

 

 

A quel punto il giornalista passa a difendere Carlo Nordio. Il ministro della Giustizia è stato tirato in ballo dalla Gruber per il commento su un possibile scontro tra governo e magistratura dopo la sentenza del Tribunale di Roma che ha annullato i trattenimenti dei migranti nei centri in Albania. "Mi fido molto anche di lui - non attende a rispondere - perché è un giurista di primo ordine. Certo, molto meglio lui di quello che avevano messo il M5s e il Pd. C’era un ministro della Giustizia, non se vi ricordate: il tal Bonafede, noto come Fofò Dj nelle discoteche di Firenze". Da qui la conclusione: "I magistrati devono rispettare le leggi". 

 

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