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Maria Rosaria Boccia smentita dall'ateneo: non insegna qui. E anche sulla laurea…

Daniele Dell'Orco
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Maria Rosaria Boccia è davvero una predatrice. Quando annusa l’odore del sangue altrui si fionda sulle carcasse, quando la carcassa rischia di essere lei scappa via a gambe levate. Per giorni lady Pompei è comparsa a media unificati tra carta stampata, tv e social surclassando minuto dopo minuto il già ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e la sua reputazione.

Poi però, a qualcuno che non fosse il giornalista antigovernativo di turno che tiene in tasca il santino di Ilaria Salis, è venuto in mente di andare a ricostruire non solo il profilo dell’accusato, ma pure dell’accusatore.

Così, negli ultimi giorni, stanno emergendo retroscena interessantissimi. Come ad esempio i rapporti tra Boccia e i parlamentari del Pd ancor prima di quelli con gli esponenti di Fdi; o l’interdizione perpetua dalla Camera per via dell’uso degli occhiali spia; o ancora il più grande dei classici per i grimpeur sociali: il cv con le gambe corte.
Difatti, a differenza di quanto riportato sul suo account LinkedIn, dove ha scritto di essere docente universitario di “Scienze della comunicazione e Media Digitali” del master in Medicina Estetica per l’anno accademico 2024/2025, emerge ora che Maria Rosaria Boccia non sia titolare di nessuna cattedra o ruolo di assistenza all’Università Federico II di Napoli. A precisarlo all’Ansa, lo stesso ateneo.

Già in un’intervista dei giorni scorsi, il titolare (vero) della cattedra, Francesco D’Andrea, aveva spiegato: «La dottoressa Boccia si qualificava quale esperta di comunicazione e media management. E questo, immagino, avrebbe insegnato al master». Solo che quell’incarico di docenza non è mai stato perfezionato: «L’attestato di docenza dame firmato non ha alcun valore. Mai protocollato, dunque carta straccia. Firmato solo da me, non anche dal rettore. La dottoressa Boccia non è mai stata inserita nella docenza del master. I docenti sono ufficialmente depositati presso gli uffici dell’ateneo e lei non c’è, così come non è previsto nel piano didattico del master l’insegnamento di cui lei parla».

Pari e patta col mistero della nomina, anch’essa mai protocollata, a consigliere per i Grandi Eventi del ministro della Cultura. Due indizi non fanno ancora una prova, ma quasi. Perché a questo punto è lecito chiedersi se, al di là delle nomine un po’ troppo frettolose, non ci sia qualcosa nel curruculum di Boccia che le impedisca l’accesso ad alcune cariche. Come, ad esempio, una laurea fantasma.

E guarda caso quella che dichiara di aver conseguito nel 2005, in economia aziendale presso l’Università degli Studi di Napoli Parthenope, sembra essere traballante. Il 2005 è in effetti l’anno in cui Boccia si iscrive all’Ateneo napoletano, (dopo aver frequentato per 2 anni la Federico II, rinunciando però agli studi), ma alla Parthenope avrebbe sostenuto 17 esami senza mai completare il percorso di studi. Poi la laurea l’ha presa davvero, solo l’anno scorso, a 40 anni, all’Università Telematica Pegaso.

Ma non è detta l’ultima parola. Perché adesso anche quest’Istituto avrebbe deciso di avviare un’indagine sulla tesi di laurea di Boccia per verificare la sua originalità attraverso strumenti antiplagio. Forse è anche per questo, cioè per non rischiare di passare dalla parte del leone a quella dell’agnello, che Boccia abbia iniziato a fuggire dai talk. Così evita il rischio che qualcuno, magari, possa farle la domanda giusta.

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