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Rocco Tanica regola Ilaria Salis e compagni: "Se vengo, mi occupano casa!"

Giovanni Sallusti
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Ha ragione lui, avevamo torto noi, e facciamo ammenda. Il “salismo”, quest’ultima, grottesca malattia del sinistrismo contemporaneo, per cui il sol dell’avvenire consiste nell’apologia del reato di occupazione abusiva, non va contrastato con la ragione, e nemmeno con quel suo succedaneo meno ostico che è la ragionevolezza.

Piuttosto, va irriso con lo sberleffo, la sua patina pretenziosa va costantemente rovesciata nella sua sostanza ridicola. E lui, Sergio Conforti in arte Rocco Tanica, musicista, tastierista e arrangiatore di Elio e le Storie Tese, autore cabarettistico e televisivo, attore e cento altre cose ancora, frequenta lo sberleffo nell’unico modo onesto: con spirito libertario assoluto.

 

 

 

IL RIBALTAMENTO

Post dell’onorevole Ilaria Salis: «“Questa notte non sarà breve”. Cominciamo con le prime due tappe a #Milano e #Roma insieme a Zerocalcare per parlare di solidarietà e antifascismo in Europa. Vi aspettiamo!». A corredo, la locandina dell’imprescindibile evento, sostenuto dalla Rete Antifa (qualunque cosa voglia dire) e da The Left (il gruppuscolo rosso-verde dell’Europarlamento), e l’obiettivo programmatico, focalizzato sulle urgenze della contemporaneità: «Per una solidarietà antifascista in Europa». Il tutto condito appunto dalla presenza del fumettista ultra-proPal, quello Zerocalcare intento a scorgere squadristi neonazi ovunque tranne dove oggi stanno, ad esempio tra le belve antisemite di Hamas. È ovvio che un tale bozzetto manierista dell’ideologia millennial non puoi criticarlo con argomenti politici, perché gli faresti il favore più grosso: lo sdoganeresti come contenuto politico. Ed è qui che arriva la sortita libertaria di Rocco, sotto forma di risposta diretta su X: «In quale fase si parla di solidarietà coi proprietari delle case occupate che non possono entrare nella propria casa in quanto occupata?

Perché avrei un impegno ma non vorrei perdermi il momento». Eccolo, il ribaltamento: la prosopopea antifascista fuori tempo massimo di ottant’anni ricondotta all’imbarazzo attuale, quello di annoverare a Bruxelles una rappresentante del popolo italiano (via non esageriamo, degli esagitati Ztl italiani) che teorizza e pratica lo sfregio della proprietà privata. Ovviamente, lo sberleffo attira subito il manganello social dei “salisiani” di stretta osservanza, una minoranza assai rumorosa. Un utente chiede: «Perché non vai di persona all’incontro per lanciare le tue provocazioni?», e Rocco lo fulmina: «Perché temo mi occupino le case mentre sono lì». Un altro tromboneggia: «Vacci, così magari affini la conoscenza del movimento per la lotta del diritto alla casa», e Rocco stana subito il controsenso giuridico: «Il diritto alla casa altrui è un diritto molto bello e completo». Un’altra viene licenziata così: «Attenta, le hanno occupato la scatola cranica. Lei giustamente dice “tanto era vuota”, ma non è questo il punto».

 

 

 

CRESCENDO SURREALISTA

È un crescendo satirico surrealista, eppure saldamente ancorato alla realtà, quella dell’insostenibilità logica del “salismo”. Tuona tal Alberto Tirinelli: «Ah quindi c’erano dei proprietari? O sono case popolari sfitte e non assegnate?». Replica il Tanica: «No, be’, in genere non ci sono mai proprietari né persone aventi diritto. Sono le famose case spontanee, spuntano da un giorno all’altro».

Ma il meglio forse lo dà quando pensano di coglierlo in contraddizione ideologica, vedi tal Loris Giordano: «Vieni quando puoi Rocco, fatti solo riconoscere e avrai due minuti di palcoscenico per raccontarci cosa pensi delle occupazioni di CasaPound». «Dott. Giordano, mi bastano due righe. Penso che siate la stessa merda». E ancora: «I fasci non diventano meno fasci perché si chiamano Salis o la votano». E qui Rocco Tanica dà una lezione di politologia alle anime belle (e occupanti): l’arbitrio, il sopruso, la violenza concettuale e a volte anche fisica, insomma tutto il classico armamentario fascista, oggi spesso si annida nell’antifascismo di professione (come, ci scuserai Rocco, capirono già Pasolini e Sciascia). L’ultimo scambio con l’ennesimo contestatore, invece, è “tanichese” puro. «Rocco, guarda che si possono occupare le case se viene fatto con coscienza politica». «Poco ma sicuro». Sipario. 

 

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