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Alessandro Giuli, "il litigio in tv con Giorgia Meloni": così è cominciato tutto

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E' diventato a tempo di record il nuovo ministro della Cultura, Alessandro Giuli. Ma per i media d'area centro-sinistra, a cominciare da La Stampa, è già "l'anti-Sangiuliano". Molto apprezzato dalla premier Giorgia Meloni, che lo ha voluto alla guida della prestigiosa Fondazione Maxxi di Roma, l'ex firma di Libero è stata una scelta logica nel momento in cui si è dovuto sostituire Gennaro Sangiuliano. E così pochi minuti dopo le "dimissioni irrevocabili" comunicate dal ministro, ecco la sua ufficializzazione e il giuramento al Quirinale. 

Molto interessante, per capire il suo rapporto con il presidente del Consiglio, l'aneddoto rispolverato dal ritrattone (un po' velenoso) del quotidiano torinese. Nell'ottobre di 2 anni fa, intervistato da Un giorno da pecora, Giuli aveva rivelato come l'amicizia con Meloni fosse nata gà nel 2007, quando il giornalista aveva scritto il libro Il passo delle oche, in cui aveva passato in rassegna la destra italiana. 

 

 

 

"Non trattai bene nessuno di quelli che allora facevano parte della nomenklatura di Alleanza nazionale", ricordava Giuli. Era un'era fa: An era ancora un partito autonomo, guidato da Gianfranco Fini, e la Meloni era una giovanissima in rapida ascesa. Da lì a pochi mesi, però, sarebbe arrivata la rivoluzione Pdl voluta da Silvio Berlusconi, che chiamò Giorgia a guidare il Ministero della Gioventù. Con l'attuale premier ci fu una discussione, anche piuttosto vivace. "Poi ci incontrammo in un talk televisivo e discutemmo animosamente e io me la cavai con una battuta: non vi preoccupate è un regolamento di conti tra vecchi camerati". Una battuta che distese il clima tra i due ma che oggi viene rinfacciata da La Stampa (e immaginiamo anche dagli esponenti dell'opposizione, nei prossimi mesi) per rinfocolare la polemica sulla "onda nera" e il "pericolo del ritorno del fascismo" che accompagna il governo di centrodestra fin dalla sua nascita, nell'ottobre del 2022. 

 

 

 

Proprio come accadrà (anzi, sta già accadendo) con le frasi pronunciate nel 2018 su Vladimir Putin, sul palco di Atreju, la festa di Fratelli d'Italia. Giuli definì il presidente russo "un patriota", stessa definizione data a Donald Trump. Era un altro mondo, ma vale tutto quando c'è da affossare il nemico di turno.

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