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Maria Rosaria Boccia finisce sotto indagine: foto e video, ecco cosa rischia

Daniele Dell'Orco
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Il drama show con protagonisti Maria Rosaria Boccia e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano deve ancora arrivare alla sua stagione conclusiva. Ma una cosa è certa: da oggi in poi in molti saranno guardinghi quando si troveranno di fronte un “quattrocchi”. Tutti in cerca di una lucina bianca accesa sulla montatura degli occhiali per capire se dietro quelle lenti si cela qualche spia. Boccia-Bond, la 41enne di Pompei al centro di questa liaison di fine estate, gli smart glasses ce li ha e li ha utilizzati nei suoi blitz alla Camera all’insaputa un po’ di tutti, compresi i commessi di Montecitorio ancora magari impreparati ad interfacciarsi con l’ultimo gioiello hi-tech. Mentre Boccia sta sapientemente centellinando le sue nuove Instagram stories, col suo profilo che è diventato più appassionante delle serie tv turche di Canale 5 e i suoi follower che continuano a crescere a dismisura (+30mila negli ultimi 10 giorni, da quando cioè si è autoproclamata consigliere del ministro), tra i suoi vecchi contenuti si trova un patrimonio di dettagli oggi più che mai interessanti.

Ci sono molti video, ad esempio, che mostrano i corridoi e le sale di Montecitorio, registrati con la telecamera nascosta negli occhiali. Ciò ha contribuito ad alimentare i dubbi sul tema della sicurezza e della riservatezza nelle attività del MiC. Ma, a differenza del presunto leak di documenti sensibili circa la tappa pompeiana del G7 della Cultura (a serio rischio), a farne le spese stavolta potrebbe essere non già il ministero ma proprio la titolare di “Fashion Week Milano Moda”.

 

«Nulla di illegale», scrive Boccia in una delle sue note Instagram. E difatti nessuno la perseguirà penalmente. Ma i tour digitali condivisi coi follower non sono sfuggiti al Comitato perla sicurezza della Camera, che sta esaminando la questione e gli eventuali provvedimenti da assumere, visto che all’interno del palazzo è vietata la realizzazione di riprese non autorizzate o al di fuori degli spazi concessi alla stampa: «Ci riuniremo la prossima settimana per affrontare questa vicenda e al termine della seduta del Comitato verrà fatta una deliberazione sul caso. Un comportamento del genere è vietato dal regolamento- ha spiegato a LaPresse il presidente del Comitato e vicepresidente della Camera Sergio Costa - Quegli occhiali non sono illegali e sono in commercio, quindi in questi casi si prende in considerazione il comportamento individuae della persona: verrà fatta una proposta, valutata anche con gli organi amministrativi della Camera affinché sia correttamente calibrata.

 

Poi la deliberazione, che è inappellabile, viene determinata in sede di Comitato», conclude Costa. Boccia, in soldoni, rischia una sanzione che va dal semplice richiamo all’interdizione temporanea dal palazzo. Nel momento in cui sta cercando di massimizzare il suo ritorno reputazionale social, sarebbe un duro colpo. Non solo. Perché sebbene ci tenga a respingere l’etichetta di “influencer” snocciolando fieramente le sue due lauree (una in Economia aziendale presso l’Università degli Studi di Napoli “Partenope”, una in Management all’università telematica Pegaso), le lezioni universitarie tenute in “Pianificazione della comunicazione e marketing tra etica e deontologia” e la partecipazione all’Intergruppo Parlamentare sulla Bellezza, Boccia condivide anche presunti inviti ad eventi di gala organizzati da Dior, proprio come una diva del web. Peccato che le sue foto (quantomeno alcune) che ritrarrebbero i soggiorni patinati (la scaletta e gli interni di un jet griffato Dior, i vassoi di macarons e i flute di champagne) non sono scattate con i Ray-Ban magici bensì rubacchiate qua e là da Pinterest. Insomma, non proprio una gran figura, giacché, se davvero fosse solita millantare la partecipazione ad eventi d’alta moda, verrebbe da chiedersi su cos’altro possa aver “costruito” il suo personaggio.

Un paio di indizietti in questo senso ci sono. Il primo: in uno degli ultimi botta e risposta a distanza col ministro Sangiuliano e il suo staff, Boccia scivola sulla grammatica, proprio quando prova ad ingaggiare il ministro: «Gradirei non leggere più dichiarazioni inesatte da una persona che stimo e voglio bene». Insomma, diciamo che come minaccia velata sarebbe stata più efficace se fosse stata scritta in italiano corretto, anziché con questo che non si abbina granché alle sue due lauree.

Il secondo: volendo provare a smentire il giuramento fatto da Sangiuliano al premier Giorgia Meloni («non è mai stato speso un euro pubblico per lei»), Boccia ha postato una smentita da vera femme fatale: «Io non ho mai pagato per nulla, mi è stato sempre detto che i consiglieri del ministro ricevevano un rimborso spese». Tuttavia, dalle ricevute mostrate da Sangiuliano all’Adnkronos, risulta che almeno in un’occasione Boccia abbia sostenuto dei costi in prima persona, pagandosi le spese della trasferta al festival letterario Taobuk di Taormina lo scorso luglio.
È così fiscale, Boccia, ma solo con le dichiarazioni degli altri.

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