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Don Coluccia e troupe Rai aggrediti, in campo Crosetto: "Inaccettabile"

martedì 3 settembre 2024

2' di lettura

Indagini in corso sulle aggressioni avvenute tra domenica e martedì al Quarticciolo, alla periferia di Roma, dove ignoti hanno aggredito Don Antonio Coluccia e una troupe del Tgr Lazio. Il prete antimafia è stato aggredito lo scorso 1 settembre nel corso di un corteo per la sicurezza e la legalità. Il sacerdote è stato insultato e alcune bottiglie sono state lanciate dalle finestre. I giornalisti sono stati invece aggrediti oggi mentre stavano realizzando un servizio sull'aggressione subita da Don Coluccia. Sul posto è intervenuta la Polizia di Stato.

"Piena solidarietà e vicinanza a Don Antonio Coluccia, uomo coraggioso impegnato per il recupero sociale e nella lotta alla criminalità. La vile aggressione subita è inaccettabile. Grazie di cuore per il suo costante impegno a favore della giustizia e dei più deboli", ha sottolineato il ministro della Difesa Guido Crosetto, solo una delle tante voci bipartisan che si sono levate in difesa del parroco e dei giornalisti Rai.

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"Non mi fermeranno, tornerò in strada", aveva promesso don Coluccia, da tempo nel mirino di spacciatori e criminalità organizzata  In quest'ultima aggressione, a scongiurare il peggio sono stati gli uomini della scorta che lo hanno portato via proteggendolo dalla pioggia di oggetti. "La violenta aggressione subita a Roma, nel quartiere Quarticciolo dove era in corso un corteo per la legalità, è quanto di più vigliacco possa esserci", ha commentato la premier Giorgia Meloni.

Al parroco, sceso in strada "armato" di megafono e fischietto, dalle finestre del quartiere hanno urlato contro paragonandolo a Tommaso Buscetta, il primo storico pentito di mafia. L'insulto peggiore, nel mondo al contrario di Cosa Nostra e della criminalità organizzata in genere. "Non ti vogliamo - hanno strillato dai balconi -, se torni ti ammazziamo". Alle minacce poi è seguito un fitto lancio di oggetti che ha costretto gli uomini della scorta a far allontanare don Coluccia dalla strada. "Non mi arrendo - sono state le sue parole, ancora una volta -. Continuerò a dare speranza ai cittadini che vivono in questi contesti difficili".

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