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Mario Monti applaude Meloni: "La prima ballerina ha aperto le danze in modo eccellente"

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Quanti margini di manovra avrà il governo per sostenere il potere d'acquisto dei lavoratori e tagliare progressivamente le tasse? "Pochi, pochissimi margini", risponde Mario Monti alla domanda di Francesco Magnani, a L'aria che tira, su La7. 

L'ex premier, ospite in studio, ricorda come lui in persona, pur essendo considerato un ultra-europeista, avesse consigliato alla premier Giorgia Meloni di opporre il veto al nuovo Patto di stabilità e crescita dell'Ue. Per questo, nota un po' polemicamente, "siccome l'hanno approvato e c'è stata piena condivisione immagino che tra pochi mesi non saranno sorpresi della ristrettezza dei margini che il Patto consente".

 

 

 

Poi però ecco la carezza alla premier. "L'apertura delle danze di questa difficile stagione della manovra finanziaria di settembre è stata fatta in modo eccellente dalla prima ballerina del sistema, non nel senso di mancanza di stabilità, la Presidente del Consiglio Meloni".

Meloni che, ricorda Monti, "nella prima riunione ha ammonito i ministri con la seguente frase: 'la stagione dei soldi gettati dalla finestra e dei bonus è finita e non tornerà finché al governo ci saremo noi. Bene, bello, impegnativo. La Meloni ha questa posizione, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti che sia pure ogni tanto con qualche sospiro microfonato di lamentazione sulla situazione che gli altri gli creano intorno tutto sommato è convinto della necessità del rigore e sta tenendo duro... Siamo ben messi".

 

 

 

Il tema del bilancio si lega però anche alla riforma delle pensioni varata da Elsa Fornero, uno dei frutti più contestati del governo Monti. "Tutti concordano sul fatto che di spazi non ce ne sono, il pungiball su cui la politica italiana si esercita ogni anno, vale a dire la nostra riforma Fornero, ancora nessuno è riuscito a intervenire". Vale a dire, una legge Fornero intoccabile de facto. 

"Noi rispetto agli altri paesi abbiamo sempre avuto un sovraccarico della spesa per le pensioni rispetto a quella per istruzione e sanità. Ognuno è felice di largheggiare, ma si fa male a scuola e sanità. E uscendo ai limiti, aumenterebbero anche gli interessi sul debito pubblico".

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