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Danilo Toninelli attacca Meloni per il caso-Boldi: "Non perdi occasione, numero 1 del vittimismo!"

Alessandro Gonzato
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Zucche vuote e accaldate, ma la temperatura c’entra fino a un certo punto. Questi i fatti e i misfatti: Giorgia Meloni augura sui social buon Ferragosto agli italiani, Massimo Boldi la ringrazia pubblicamente, ne tesse le lodi, e dunque l’esercito di sinistra che già aveva insultato la premier si scaglia anche contro l’attore. Il presidente del Consiglio l’indomani replica: «È triste vedere come nel mondo degli odiatori di professione persino un semplice commento di auguri possa scatenare insulti di massa. Esprimo la mia solidarietà a Boldi e gli mando un grande abbraccio». Si infila il grillino Danilo Toninelli: «Non perdi mai occasione per fare la vittima. Sei la numero uno del vittimismo italiano». Chissà come l’avrebbe data Boldi, nei panni di Max Cipollino – stravagante conduttore di un telegiornale su “TeleRaccomando”, ex “TeleLecco” – la notizia dell’allora ministro delle Infrastrutture che vedeva sfrecciare i camion sotto il tunnel del Brennero che però non esisteva.

Va detto che Max Cipollino avrebbe comunque subìto la concorrenza di Tg2 Motori: «Avanti con l’elettrico», aveva esclamato il Toninelli mentre guidava. «Ma lei ministro», gli aveva chiesto la giornalista seduta accanto, «che macchina ha?». Risposta memorabile: «Io e mia moglie abbiamo appena comprato una Jeep... Diesel». Torniamo alla colpa di Boldi, il quale ha scritto: «Presidente del Consiglio, sei sempre più forte e stai cambiando il nostro Paese. Non posso fare altro che ringraziarti. Un abbraccio forte a te e tutta la tua famiglia». Tanto basta, a sinistra, per trasformarlo nel pericoloso camerata Cipollino, conduttore del tiggì dell’Istituto Luce: il fez al posto del mitico farfallino e delle giacche sgargianti che sfoggiava negli anni ’80-‘90. Dai compagni insulti, sberleffi e fango non riportabile.

 

 

C’è chi accusa l’attore di elogiare la Meloni in cambio di un posto in Rai, chi lo offende per i Cinepanettoni, e chi lo dileggia peril modo un po’ sgrammaticato in cui ha scritto il “post”, e probabilmente sono gli stessi cresciuti alla rinomata scuola del congiuntivo di Luigi Di Maio, altro grillino (lui ex) di successo. «Fascista!», «Vergognati!», «Servo della Meloni!», «Meglio il calendario di Elodie!», e in quest’ultimo caso – ma solo in quest’ultimo - non ce ne voglia Boldi ma concordiamo. I cineasti del web fanno l’elenco degli attori di cui andare fieri e quelli per cui provare imbarazzo: la gogna mediatica esplode insieme alle pance ferragostane reduci da mangiate e bevute pantagrueliche.

Da Lotta a Rutto Continuo la digestione è breve. E però, va sottolineato, ci sono anche tante persone che difendono l’attore: «Caro Boldi, sapevi che un messaggio del genere avrebbe indignato la sinistra, sapevi quanto è pericoloso esporsi e dire la verità nel nostro Paese. Conosciamo la tua sincerità, ma se parli della Meloni non puoi parlarne bene, non è cool, figo»; «Forza Boldi, siamo tutti con te!»; «Mitico Cipollino, avanti tutta!». Ma gli insultatori di sinistra, perdigiorno in servizio permanente, non mollano. Un tal Francesco prova a guadagnare 15 secondi di celebrità: «Boldi è di destra perché è uno degli uomini più stupidi e insignificanti del pianeta. È di destra perché il suo mentore, il Berlusca, lo faceva lavorare, anche se era un comico che non faceva ridere nessuno. Servile, senza cultura... di destra».

Questo Francesco, nella foto su “X”, ha il simbolo dei “Laziali antifascisti”. Diversi politici di centrodestra fanno quadrato, e tra questi il più agguerrito è Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia: «Il governo fa bene all’Italia, mentre le bugie della sinistra appaiono sempre più ridicole, travolte dalla forza dei fatti. Sul fronte dell’immigrazione i dati sono inconfutabili, gli sbarchi sono diminuiti del 60 per cento. Le entrate fiscali aumentano e l’evasione diminuisce drasticamente. Non gli resta che insultare Boldi», sottolinea Gasparri, «solo perché scrive sui social che sta dalla parte di Meloni, o sventolare foto di chi per lanciare le vendite di un calendario attacca il governo di centrodestra». La partigiana Elodie. È il metodo della sinistra che si ripete: quando l’artista si schiera non a sinistra (anche se in realtà Boldi dice di non appartenere ad alcuno schieramento) va sbertucciato o peggio.

A maggio, ad esempio, quando a Montecitorio al convegno sul premierato avevano partecipato alcuni personaggi dello spettacolo come Pupo, Claudia Gerini, Michele Placido e Amedeo Minghi, ecco cos’aveva scritto Repubblica: «La campagna diventa un reality»; «Benvenuti al comitato Meloni, dove gli amici di Giorgia per la riforma sono una comitiva variegata...». Su Cipollino manca solo un’interrogazione parlamentare: speriamo di aver dato un’idea a dem e compagni.

 

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