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Luca Bottura smentito dalla realtà: l'ossessione per il fascismo si trasforma in figuraccia

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Luca Bottura

Claudio Brigliadori
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Tre giorni nella vita social di Luca Bottura sono una bella avventura. Si possono scoprire lati inediti degli altri, ma soprattutto di se stessi. Perle di saggezza da accogliere sempre con gratitudine e riconoscenza. Il giornalista della Stampa, sempre molto attivo e per nulla permaloso, abbassa il ditino solo quando c’è da digitare qualche tweet di pregio. E c’è da dire che, di tweet di pregio, ne partorisce parecchi nell’arco di poche ore.

Roba da fissare nella timeline, come questa. «Ripassiamo i fondamentali», premette con la consueta umiltà, e poi via con il suo decalogo, ridotto a sette per lasciare spazio e tempo, immaginiamo ad altre memorabili riflessioni. L’elenco, quasi biblico come i comandamenti, è da leggere tutto d’un fiato: «Destra e sinistra sono categorie superate»: sei di Destra. «Non mi occupo di politica»: sei di Destra. «Sono tutti uguali»: sei di Destra. «Sono anarchico di Destra»: sei fascista. «Sono afascista»: sei fascista. «Non posso dirmi antifascista perché ero giovane negli anni Settanta»: sei fascista. Tutte le precedenti: «Sei il presidente del Senato».

I fan di Bottura vanno in solluchero, i meno avvezzi ai diktat censori del soggetto alzeranno il sopracciglio, magari rammentando un esercizio filosofico simile ma leggermente più ironico e – sospettiamo – riuscito. Si chiamava Giorgio Gaber e allargava l’analisi sociologica anche alla sinistra. E forse per questo, post-mortem, sudi lui è iniziato ad aleggiare un certo scetticismo intellettuale. Vabbè.

 

Qualche follower provano a protestare. Pigi Battista, per esempio, lo sferza: «Ammazza, mi scopro di destra (con la minuscola) e pure un po' fascista. E manco me n'ero accorto. Grazie per la segnalazione (alla polizia morale)». Altri gli fanno notare di aver usato «3 categorie, 4 stereotipi e 5 correlazioni illusorie» e gli ricordano, altra citazione colta, che «i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti». Un altro si domanda: «Quindi o sei di sinistra o sei fascista giusto? Molto democratico!».

Ci permettiamo allora di fornire altre coordinare per comprendere al meglio il “botturismo”. Allo scopo, recuperiamo sette post su X non esaustivi, ma illuminanti.

1) Il 25 luglio alle ore 19.11 scrive: «Nuovi Guinness: il pero da cui stanno cadendo Marattin e soci perché Renzi decide tutto da solo è alto da qui a Orione». Non avrai altra sinistra al di fuori di me. Se ce l’hai, «sei un coglione» (cit.): sei comunista.

2) Il 26 luglio alle ore 11.11 scrive: «Francia, attacco terroristico all’alta velocità: sono riusciti ad affidarla a Trenitalia. #Olimpiadi». Com'era bella l'Italia una volta, ai tempi del Pci. Adesso non ci resta che fare battute: sei comunista.

3) Sempre il 26 luglio alle ore 11.13 scrive: Oggi i tassisti di Bologna scioperano per difendere i loro diritti. Non fa già ridere così». Hai un senso dell'ironia molto spiccato, alla Woody Allen. Chi non lo capisce (e non ti capisce) si merita Bombolo: sei di sinistra.

4) Ancora il 26 luglio alle ore 11.15 (che tripletta) scrive: «Coppia di ragazze russe ascolta video a tutto volume. È più forte di loro: se non invadono lo spazio altrui non sono felici». Vedi il male ovunque e appiccichi etichette anche alle persone che non conosci: sei di sinistra.

5) Il 26 luglio alle ore 23.40 scrive: «Evadete tranquilli e votateci», come commento a una dichiarazione del meloniano Tommaso Foti, che esulta per l’eliminazione del redditometro. Tifi spudoratamente per il Grande Fratello fiscale. E chi solleva obiezioni è furbetto. Anzi, un ladro: sei comunista.

6) Il 26 luglio alle ore 22.08 scrive: «Ormai è chiaro ai tratta di un gigantesco prank per Vannacci e gli Angelucci boys», ritwittando l'ormai famigerato “puffo blu” apparso alla cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Parigi. Hai una parola buona (e un pensiero) per tutti. Tranne per coloro che non la pensano come me: sei di sinistra.

7) La summa arriva qualche ora prima, quando replica al ministro Valditara sul caso del “prof fascista” del Tuscolano rivelatosi del Pd: «Buonasera ministro, ma lei davvero sta usando il suo account X in questo modo sgangherato? Davvero sta polemizzando su un fatto di gravità inaudita facendone una questione di casacche? Davvero, incidentalmente, sta difendendo il “buon nome” del fascismo? E se sì, non si vergogna?». Sei convinto di aver ragione ma quando la realtà ti smentisce dai la colpa alle cavallette: non sei John Belushi, sei Bottura.

 

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