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Sgarbi scaricato dal Parlamento dopo gli insulti alla Signorini: niente immunità

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L'aveva chiamata "oca giuliva, demente, malata" Mariarita Signorini, all'epoca dei fatti presidente di Italia Nostra, e ora Vittorio Sgarbi si dovrà difendere da solo. Con una stretta mai vista prima nei confronti del critico d'arte, la Giunta per le autorizzazioni della Camera ha negato all'ex sottosegretario alla cultura lo scudo dell'immunità. Il motivo? Le parole utilizzate da Sgarbi nei confronti della collega non rientrano tra quelle meritevoli della copertura garantita ai parlamentari.

Sgarbi si era davvero scatenato con gli insulti: "morta di sonno, c***a, "vada a fare in c***o, "mente malata e bacata", "approfittatrice", "gallina". E così, il centro destra compatto l'ha scaricato. In particolare, la relatrice leghista, Laura Cavandoli ha spiegato che quanto detto da Vittorio Sgarbi è inaccettabile e quindi il processo civile già in corso può, anzi, deve andare avanti.

 

 

 

Ricordiamo che l'insindacabilità (prevista dall'articolo 68 della Costituzione) "tutela e consente dichiarazioni finalizzate al promovimento e alla qualità del dibattito pubblico, non certo al suo scadimento. Una funzione così alta, che la Costituzione protegge con un’immunità che si protrae oltre la scadenza del mandato parla- mentare, esige e pretende, al contempo, forme espressive improntate al rispetto della dignità dei destinatari della critica e della denuncia politica”". E questo non è il caso. 

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