Fabrizio Roncone invoca lo spread contro Meloni: "Basta girare la manopola..."
Freddi, anche se fa caldo. Lunedi mattina ci vorrà una sigaretta per la frenesia. Prima di accendere il computer e di dare uno sguardo all’apertura di Borsa prendere ogni precauzione. Perché a via Solferino c’è chi gufa contro l’Italia e la sua democrazia. Tifano per impennare lo spread, per mettere in fuorigioco la nostra economia.
Occhio allo sguardo acuminato di Fabrizio Roncone, alla sua voglia di spiegarci che cosa significa comandare fregandosene del voto popolare: se diventasse deputato europeo come Lucia Annunziata, sicuramente non si iscriverebbe al gruppo dei patrioti. Anzi...
Quel che Roncone ha vergato ieri su X, l’antico twitter oggi di Elon Musk, fa rabbrividire (e incazzare tantissimi navigatori della rete). Più euromane che europeista: «Poche chiacchiere: bisogna capire cosa pensano i mercati di quest’Italia sovranista e piena di debiti, schierata con Orban e Le Pen. Sono i mercati che decidono. Gli basta girare la manopola dello spread e in un paio di pomeriggi... puff!». Messaggio ai navigatori, l’imperatrice Von der Leyen (sempre sia lodata), la premier Meloni (che ha “perso”), gli europeisti di rincalzo (ovvero Forza Italia). Carta vince, carta perde, il croupier sta al banco dove non siamo noi, capito?
Ma quella manopola sa tanto di manipolazione, invece. E vorremmo dire a Roncone (che ha anche scritto cose buone...) che non è bello starsene lì, a mani giunte, per augurare il patatrac al nostro Paese. Ci vuoi tutti indebitati perché non abbiamo obbedito all’ordine europeo, perché sono state tributate troppe preferenze ai campioni del centrodestra, dalla Meloni a Vannacci?
Sapiente quella verità rivelata sulla manina che ha deciso tutto tra Bruxelles e Strasburgo. E non gli fa schifo? Non è invece più trasparente, democratico – e lecito – il movimento della mano sulla scheda elettorale per decidere i destini dei popoli?
Eppure Roncone è uno degli assi portanti del Corrierone, che ogni santo giorno ci spiega la democrazia. E magari capita pure che ci spieghi, lamentandosene, perché il popolo non va a votare. Certo, con queste lezioncine...
Lunedì preghiamo che lo spread si elevi alla massima potenza e che la Meloni si faccia disarcionare da una letterina della Bce modello 2011 anti Berlusconi? Fanpage da salotto finanziario, verrebbe da dire, anche perché non si chiarisce che cosa c’entri il sovranismo con i debiti a valanga creati da “quelli di prima”, tanto per stare ad un linguaggio più adatto alla bisogna (occhio al grillismo di ritorno, che ama il popolo solo se ne è votato).
La lezione che ci si vuole impartire è che sono i mercati a comandare e il voto dei cittadini non decide nulla. E ne è contento? Semmai, sarebbe una drammatica conferma di quel che è successo: a differenza sua, però, è difficile gioirne. Non è che si chiama oligarchia e non democrazia, questa roba qui? Occhio, che a novembre arriva Trump, e allora Roncone tornerà a strillare contro la democrazia secondo la volontà popolare.
Ma sarà impossibile anche a lui perorare una modifica della Costituzione ad esempio così (rubata dai social): «L’Italia è una colonia fondata sul capitale. La sovranità appartiene ai Mercati, che la esercitano nelle forme e nei limiti che si sceglie». Preferiamo tenerci quella che appartiene al popolo, von Ronconen.