Covid, Ricciardi fomenta la paura: "Nuova ondata in autunno"
Rieccoli virologi ed “espertoni” sempre pronti ad alzare il livello di allarme. Sempre pronti a spargere terrore. Anche se in verità, stavolta a cominciare sono stati i medici di famiglia annunciando un aumento dei casi: «Sindromi simil-influenzali che si possono ricondurre al Covid». Ovviamente, «non tutti i pazienti si vogliono sottoporre al tampone», per cui diventa «molto diffcile fare la diagnosi differenziale».
Come dimenticare le interminabili file davanti alle farmacie e dopo il test positivo la corsa a casa con l’obbligo di isolarsi. Saranno quei brutti ricordi a spingere molti a non volersi più nemmeno avvicinare a un tampone, anche se da allora le cose sono cambiate e con le dovute precauzioni adesso si può uscire se contagiati. Ma da quale virus? Anna Pozzi, segretaria provinciale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) Milano, parla di un crescente afflusso negli ambulatori per cure primarie a causa di infezioni respiratorie, «febbre e mal di gola fuori stagione» precisa.
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Fra chi si sottopone al tampone, sottolinea Pozzi, «i positivi ci sono, direi quasi l’80 per cento», ma sono «forme leggere», quindi «si possono controllare». Ad essere colpiti sono i più fragili e a rischio di complicazioni. Un rialzo dei contagi viene registrato pure nel Lazio dove la Fimmg ha inviato un alert ai medici di famiglia con le precauzioni da intraprendere, tra cui quella di attivare negli studi, ove siano state allentate- si legge nella notale misure di protezione come mascherine e distanziamenti.
Dichiarazioni che fanno scendere in campo immediatamente Walter Ricciardi (qualcuno potrebbe sospettare che non aspettasse altro): «È chiaro che siamo di fronte a una piccola ondata estiva, a cui, tra l’altro, ormai Sars-CoV-2 ci ha abituato». E fin qui.
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Ma poi per seminare un po’ di panico aggiunge: «Soprattutto, quello che dovremmo aver capito è che queste sono propedeutiche a ondate molto più preoccupanti in autunno, quando ritorneranno le malattie respiratorie, virali e batteriche». Ogni stagione fredda porta con sé inevitabilmente forme influenzali. Dove è la novità? Invece c’è a sentir il dottor Ricciardi: «Biogna che questo Paese capisca che soltanto una strategia coordinata dalle autorità sanitarie, sia a livello nazionale che a livello regionale, può servire per scongiurare pericoli di allargamento del contagio. Iniziative sporadiche di singole categorie lasciano il tempo che trovano e non riescono a evitare l’ondata epidemica».
Ricciardi non ha dubbi: «Siamo ancora una volta di fronte al fenomeno del “panic e neglect”, tipico delle grandi emergenze sanitarie, dopo il panico arriva la “dimenticanza”. Si tende a pensare che tutto sia finito. In realtà non è finito niente».
L’ex consulente del ministro Speranza non usa mezze parole: «La pandemia è stata messa sotto controllo dai vaccini e dalle misure di sanità pubblica. Nel momento in cui tutto è finito- non si vaccina più e non attuano più sistematicamente misure di sanità pubblica - i dati sono destinati ad aumentare». L’allarme è stato dato.
In linea Maria Corongiu, infettivologa e presidente della Fimmg Roma, e pronta con la sua dose di allarme: «La patologia influenzale ha lasciato la via ad un ritorno importante della malattia Covid, attendiamo di conoscere quale variante stia circolando in Italia dopo che la variante KP3 negli USA ha già preso il sopravvento, ma il problema maggiore è che sono state smantellate tutte le misure di prevenzione, di controllo, il monitoraggio dei tamponi è stato interrotto, e quindi il rischio di contagio per le persone anziani e fragili è elevatissimo».