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Donald Trump, la foto del proiettile? "Autentica barzelletta", bomba del fotografo italiano

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C'è qualcosa che non torna nella foto che mostra il proiettile accanto alla testa di Donald Trump. Ad avere dei dubbi sullo scatto realizzato da Doug Mills per il New York Times, è Ferdinando Mezzelani, titolare dell’agenzia GMT e noto fotografo di Sport e Salute e del Coni. All'Adnkronos, infatti, ha detto che per lui si tratterebbe di "un’autentica barzelletta”. L'immagine è stata scattata poco prima del mancato attentato all'ex presidente, ferito di striscio a un orecchio mentre teneva un comizio a Butler, in Pennsylvania. 

L'autore di una delle foto già entrate nella storia ha spiegato di essere riuscito a catturare quel momento perché stava facendo degli scatti in sequenza. Una cosa inverosimile, però, per Mezzelani: "Non ha senso fare una foto a una persona ferma a 30-40 fotogrammi al secondo, con un tempo di 1/8000. E’ un tempo che nessun fotografo userebbe per fotografare una persona che parla a un comizio. Si usa per il poligono alle Olimpiadi, per ‘fermare’ una palla giocata da Sinner o il passaggio di una macchina di Formula 1". 

 

 

 

Il fotografo si è spinto addirittura a dire: "Se imposti quel tempo per fotografare Trump fermo come una statua, aspetti solo un attentato e un proiettile…”. Secondo lui, infatti, “non ha neanche senso scattare in sequenza diecimila foto identiche. Lo può fare solo un fotografo che non sa tenere in mano una macchina fotografica”. Dei dubbi, poi, Mezzelani ce li ha anche sull'altra foto già diventata iconica, quella del premio Pulitzer Evan Tucci con l’ex presidente degli Stati Uniti insanguinato, il pugno al cielo e la bandiera americana alle sue spalle: “La bandiera è anche perfettamente angolata verso il fotografo, sembra una foto in sala posa”.

 

 

 

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