Giuseppe Cruciani, la rivelazione choc: "Ho avuto un'attrazione gay"
Nel corso degli anni Giuseppe Cruciani è diventato una vera e propria icona del panorama radiofonico italiano. Grazie alla Zanzara, il programma in onda su Radio 24 condotto insieme a David Parenzo, il giornalista de Il Sole 24 ore ha saputo raccontare l'Italia più profonda, affrontando i temi più vari: dalla politica alla pandemia da Covid-19, per poi passare dalla protesta green fino alle nuove battaglie per la libertà sessuale. Ed è diventato così l'alfiere del politicamente scorretto, plasmando a sua immagine e somiglianza la propria creatura radiofonica.
In occasione dell'uscita del suo ultimo libro Via Crux - Contro il politicamente corretto, il conduttore della Zanzara ha rilasciato una lunga intervista al Corriere, rivelando anche degli aneddoti sulla sua vita privata. "Da ragazzo, a Roma, mi piacevano le serate del Muccassassina organizzate da Vladimir Luxuria, in cui immaginavi cose che succedevano nelle dark room - racconta Cruciani -. Ma vengo da una famiglia in parte papalina. Mio nonno Alfredo Rosati, cavaliere di cappa e spada, era nel cerimoniale del Papa. Una sera, al Muccassassina, ho avuto un’attrazione per un tipo alla Freddie Mercury, vestito di pelle, ci siamo scambiati sguardi, avvicinati, ma al dunque - aggiunge - non ho concluso. Forse il nonno Rosati nella mia testa mi ha bloccato".
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Cruciani non si nasconde, rivendica il diritto alla libertà di espressione. Soprattutto quando conduce il suo programma alla radio. "Io rivendico il diritto di dire fro***, finocchio, se non c’è l’intenzione di offendere - sottolinea il giornalista -. Il fatto che qualcuno possa sentirsi offeso non è un motivo per vietare una parola, invece i tribunali stanno diventando il braccio armato del politicamente corretto" Secondo il conduttore radiofonico, chi si auspica un controllo serrato del linguaggio persegue, in un certo senso, lo stesso schema descritto da George Orwell in 1984: "Sono contrario al linguaggio inclusivo: se inizi a imporlo, niente sarà mai abbastanza inclusivo. L’idea di limitare il linguaggio è totalitaria - ha dichiarato Cruciani -. Mi fa paura chi dice che i social dovrebbero essere liberi dall’odio. Se non ti piace essere insultato, basta non leggere i commenti. Gli haters non esistono, hanno vita solo perché gli diamo importanza. E poi: gridare all’odio, ormai, è un modo per fare carriera e avere visibilità, io detesto chi costruisce carriere sostenendo di essere vittima degli odiatori".
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