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Carlo Rienzi, la figuraccia di mister Codacons: come ha parcheggiato la sua auto

Claudia Osmetti
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Non è un caso da scandalo mediatico. Non è nemmeno materiale per talk-show o trasmissioni fiume che strizzano l’occhio alla pubblica gogna. Però una figuraccia, e pure abbastanza grossa, quella sì, lo è eccome. Che proprio lui, Carlo Rienzi, di professione avvocato, 77 anni, meglio noto come il presidente del Codacons, cioè il Coordinamento delle associazioni che difendono i diritti dei consumatori, sia stato beccato a parcheggiare dove non si può, dove proprio la legge dice che non si fa, ossia sulle strisce pedonali, è uno di quelli scivoloni barbini che potenzialmente fanno più danni (d’immagine) che inconvenienti.

A pizzicarlo, Rienzi, è il quotidiano Repubblica che non si limita a raccontare l’accaduto, ma addirittura lo fa vedere: uno scatto e, si sa, una sola immagine vale più di mille parole. Una macchina grigio metallizzata, la targa ovviamente cancellata per ragioni di privacy, e mister Codacons che sale al posto del guidatore: solo che l’auto è ferma sulle zebre, a Roma, nel quartiere Prati, precisamente in via Bettolo, tra viale delle Milizie e viale Angelico. Addirittura tra due semafori.

La fotografia, a onor di cronaca, è del 12 giugno scorso, due settimane fa. Repubblica si limita a mostrarla: a farla è un passante che, vuoi per caso, vuoi per fatalità, vuoi perché è andata così punto e basta, si è accorto dell’infrazione. La quale avrebbe potuto commetterla chiunque, certo: ma se poi salta fuori che è coinvolto il numero uno del Codacons, sul fronte della notizia, cambia tutto.

 

Non per le norme di specie, invece, che parlano chiaro e non fanno distinzioni: dicono che il posteggio sulle strisce bianche, indipendentemente da chi ne sia responsabile, può far scattare una multa che va da 80 a 328 euro per i ciclomotori e i motoveicoli a due ruote e da 165 a 660 euro per tutti gli altri mezzi. Comprese le vetture private, s’intende. «Qualora dovesse essere confermata la violazione sono pronto a pagare la relativa sanzione stradale», commenta, infatti, lo stesso Rienzi, che non si è mai perso d’animo nelle mille battaglie per i diritti degli utenti in generale, figuriamoci se non li riconosca anche per quelli della strada.

Poi, tuttavia, qualche piccolo sassolino dalla scarpa se lo toglie perché d’accordo che il parcheggio selvaggio sugli attraversamenti pedonali non è il comportamento più elegante che si può tenere al volante, ma nella Capitale qualche piccolo (eufemismo) problemino c’è comunque: «Dalle foto ricostruisco che ero non in sosta sulle zebre, ma in fermata per far salire un passeggero in auto», continua la replica, «nessun problema ad ammettere che altre volte, a causa della grave carenza di parcheggi, è possibile che abbia sostato sulle strisce pedonali».

 

SENSO CIVICO
«Ringrazio l’autore della foto», spiega Rienzi, «e se verrà al Codacons gli faremo il premio Amico del consumatore per il senso civico dimostrato. Speriamo anche che prosegua a fare foto alle auto parcheggiate sui marciapiedi o in doppia fila, ma per un fine sociale e non per dispetto.

Ho chiesto subito perdono per la mia possibile trasgressione e invocato l’esimente dello stato di necessità». Ancora: «Lui (o lei) lo benedico perché la società ha davvero bisogno di persone così. Ammesso che non si tratti di uno dei tanti ladroni o delinquenti che tutti i giorni devo denunciare per la mia nevrotica difesa della legalità. In quel caso posso solo dirgli “vaffa...”. Sperando che trovi un deretano che accetti di riceverlo. Amen». E così sia.

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