Macron premia Scurati per colpire Giorgia Meloni
L’oscuro Antonio Scurati per un giorno s’è lievemente illuminato. L’outfit da cerimonia prevede la giacca nera, su cravatta nera, su camicia nera (roba da far venire un colpo apoplettico a Luca Bottura che aveva evocato, con furia daltonica, la «nazistificazione» degli atleti della Nazionale citando maglie nere che in realtà erano blu di Prussia...). E lo sguardo è quello di tenebra, odi chi è sempre in ritardo con le cartelle esattoriali.
Quando Antonio Scurati riceve l’onorificenza di Cavaliere delle Arti e delle Lettere con «emozione e fierezza» a Parigi, dal governo di Macron; bè, in quel preciso istante, vi è, in lui, solo l’abbozzo d’un sorriso. È l’unica lama di luce nel buio del futuro fascistissimo che ovviamente sta avvolgendo l’Europa.
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Scurati, infatti, citando il solito “M” il libro su Mussolini che ha fatto la sua fortuna, ringrazia e puntualizza: «Le differenze rispetto a cento anni fa sono molte e profonde. Eppure oggi si è levato nuovamente quello stesso vento reazionario che soffia sulla paura del popolo, sulle sue passioni tristi, sul risentimento nei confronti del sistema, sul rancore, sul senso di delusione e di tradimento dei ceti medi impoveriti, sui cittadini spaventati da mutamenti epocali, schiacciati dalla inestricabile complessità di un mondo grande e terribile, angosciati da guerre, catastrofi naturali, pandemie, traditi dalle mancate promesse della storia» (...)
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