Repubblica come sempre esagera: si inventa la destra fascio-narco-ultrà
Gli antifascisti devono sempre esagerare. Venerdì Repubblica ha fatto esplodere il caso delle chat di Paolo Signorelli (portavoce del ministro Francesco Lollobrigida) con Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, capo-ultrà della Lazio ucciso nel 2019.
Nei dialoghi tra i due, in particolare, c’erano anche battute antisemite ed elogi a terroristi neri. Signorelli, poche ore dopo, si è autosospeso dall’incarico, mentre il ministro non ha nascosto il suo stupore: «Confido possa smentire al più presto». Per Repubblica, però, il passo indietro non è sufficiente. E così ieri il giornale diretto da Maurizio Molinari ha rincarato la dose, finendo però fuori strada...
Il giochino che fa Repubblica è partire dal caso Signorelli per dipingere un partito, Fratelli d’Italia, con legami nel mondo ultras più violento e addirittura con amicizie tra i «narcos». Insomma, una fascio-narco-ultrà-destra di governo per la verità piuttosto improbabile.
Nel «pantheon» di questa destra (vedi pagina 3 di Repubblica di ieri) ci sarebbero un po’ di terroristi neri (Mario Tuti, Pierluigi Concutelli, Valerio Fioravanti, Luigi Ciavardini) e ovviamente il capo-ultrà Diabolik. La sintesi, in prima pagina, la fa Massimo Giannini: «Signorelli & Piscitelli è la putrida sottomarca della modernissima “ditta” fascio-populista che si candida a rifare l’Italia e a cambiare l’Europa. Sono anche loro Fratelli d’Italia, simboli dell’ultra-destra tricolore che Giorgia Meloni rilancia nelle urne». Una destra che vuole essere nuova ma è in realtà «tragicamente vecchia e nostalgica, perché intrisa dell’odio e del sangue non tanto della dittatura mussoliniana, quanto piuttosto dell’impostura missina. Razzista e antisemita, eurofoba e xenofoba, intollerante e illiberale, settaria e autoritaria. Ci sono anche queste schegge impazzite nel legno storto del presunto “neo-conservatorismo” in nome del quale la Sorella d’Italia ora chiede agli italiani “scrivete Giorgia”». Chiaro, no?
Scrivi Giorgia e ti ritrovi Diabolik...
Sul legame tra destra e ultras è sceso in campo anche Paolo Berizzi. Titolo: «I legami indecenti tra politici, boss delle curve e neofascisti». Leggiamo: «Comandano in curva e vogliono contare anche in “politica”. Sanno che certi politici hanno bisogno di loro tanto quanto loro hanno bisogno di certi politici. Capi ultrà neri, capi ultrà criminali, capi ultrà narcotrafficanti. Da una parte.
Dall’altra, uomini che stanno nel Palazzo o ambiscono a starci». Solo che poi, stringi stringi, di tutto questo teorema resta ben poco: c’è «il capo ultrà del Milan che Salvini salutò affettuosamente a una festa dei tifosi», uno «storico leader dell’ala più dura della tifoseria della Juventus» che sarebbe «vicino a Forza Nuova», due ultras dell’Hellas Verona «più volte accostati, a torto o a ragione, agli ex sindaci Flavio Tosi (oggiForza Italia) e Federico Sboarina (Fdi)», e il solito Giuliano Castellino, romanista, «uno che nel 2021 viene ricevuto da Ignazio La Russa».
Per colpire Paolo Signorelli viene poi ovviamente tirato in ballo l’omonimo nonno, definito da Giannini «ideologo dello stragismo nero». Ora, di chi sia nipote il portavoce di Lollobrigida si sa da sempre. Ma la storia di questo antenato va spiegata bene: Signorelli è stato tra i fondatori del Centro Studi Ordine Nuovo, è stato arrestato più volte nelle inchieste sui Nar per l’omicidio dei giudici Amato e Occorsio e per la strage di Bologna e ha trascorso circa dieci anni in cella. Ma è stato poi assolto definitivamente da tutte le accuse, esclusa una condanna per associazione sovversiva e banda armata (ma niente omicidi e niente stragi). Inoltre Amnesty International, nel 1986, denunciò le pessime condizioni in cui era detenuto. E Piero Sansonetti, riferendosi al suo caso, ha parlato di «persecuzione giudiziaria». Per completezza dell’informazione vanno infine segnalate due questioni sollevate ieri dal Foglio.
1) Il “caso” Signorelli non sarebbe esistito «se la magistratura non si fosse resa responsabile di una palese violazione dei princìpi basilari che governano il processo penale», violazione che ha fatto finire su un giornale «una conversazione penalmente irrilevante».
2) Perché la sinistra si indigna «per il “laido mondo” antisemita di destra» e tace su quello di sinistra che auspica la scomparsa di Israele? Perché la sinistra si indigna per Signorelli che elogia i terroristi neri e non per la professoressa Donatella Di Cesare che omaggiava la brigatista rossa Barbara Balzerani? Già, perché?
"Un ostacolo, quindi viene bastonato": destra contro Mattarella, l'ultima sparata di Giannini