Grossman, i popoli combattono le guerre ma a pagare è sempre l'uomo
Guerra, solo la dannata guerra. Ecco la vita di Vasilij Grossman (1905- 1969), ecco la sua opera. Vita e letteratura sullo stesso confine, segnato dalla medesima visione del male, il cancro più purulento del Novecento, secolo trafitto mortalmente dal Nazismo, dal Comunismo e dall’unicità della Shoah, raccontato da Grossman in presa diretta senza quasi mai indulgere ad atteggiamenti vittimistici.
Scrittore fra i più noti del realismo socialista e d’immensa popolarità, Grossman non ha mai tradito la verità storica. In seguito alla sua opposizione al disumano regime staliniano, pagherà le conseguenze con l’esilio in patria, sospettato di attività antisovietiche e spiato fino alla morte.
Russia, logorare e poi incassare: una strategia bellica secolare
I suoi libri affondano le radici nella più alta tradizione russa e formano, tutti insieme, la testimonianza degli orrori procurati dal ripetersi di guerre dichiarate fra coloro che dovrebbero sentirsi se non fratelli, almeno complici nell’ammirare la bellezza delle vele gonfiate e spinte dal vento della libertà. Percorrere le sue pagine significa rivivere l’odissea e la via crucis di anime defraudate dal capitalismo della morte che ha lacerato il XX secolo. (...)
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Quei milioni di profughi per cui nessuno pianse: erano tedeschi e questo bastava