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Zona Bianca, Capezzone smonta la Malpezzi: "Ma che stai a dì"

Roberto Tortora
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Domenica si è celebrata la Festa della Repubblica e a Zona Bianca, programma di attualità e approfondimento condotto da Giuseppe Brindisi e realizzato in collaborazione tra Videonews e Tg4, è l’occasione per riaccendere il tema sul premierato e su alcune parole, inopportune, del leghista Claudio Borghi che ha chiesto le dimissioni di Mattarella, convinto europeista.

Tra gli ospiti in studio c’è Simona Malpezzi, senatrice del Partito Democratico, che stigmatizza il collega leghista: “Io spero che Salvini chieda le dimissioni a Borghi, perché quello che ha detto è gravissimo e se vogliamo vedere che due indizi fanno una prova le parole di Borghi, anche così leggermente declassate come ha fatto poco fa Salvini, indicano quello che noi stiamo dicendo da tempo, cioè che il progetto del premierato di questa maggioranza va davvero nella direzione di indebolire il capo dello Stato, la figura del capo dello Stato. Oggi lo hanno fatto con le parole, successivamente lo faranno con i fatti, bisogna capire se i cittadini saranno d'accordo con questa cosa che noi continuiamo a ritenere estremamente grave”. E intanto Daniele Capezzone, inquadrato dalla regia, mormora sconsolato: "Ma che stai a dì".

 

 

 

A questo intervento risponde per le rime Galeazzo Bignami, Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del governo Meloni: “Non riesco a capire perché si mischi il premierato con le parole di Borghi. Sono due cose molto distinte. Sembra sempre che la sinistra si nasconda dietro l'istituzione del presidente della Repubblica, che l'art.87 della Costituzione riconosce come rappresentante dell'unità nazionale e già solo per questo bisognerebbe portargli tutto il rispetto del mondo, nel tentativo di schernirsi e di nascondere la debolezza delle proprie argomentazioni. Smettetela di tirar per la giacca il presidente della Repubblica, rimanete al merito e confrontatevi sulla proposta, perché altrimenti date l'idea di volervi appropriare di un'istituzione che è di tutti”.

 

 

 

Chiude, infine, il direttore editoriale di Libero, Daniele Capezzone: “In una democrazia è legittimo anche criticare il presidente della Repubblica? Si è legittimo, è legittimo farlo su un punto decisivo che è esattamente quello su cui si vota. C'è chi vuole più Europa, chi vuole più peso delle capitali, quindi da questo punto di vista Borghi ha espresso un'opinione, secondo me difendibile, e anche maggioritaria nel Paese. Ha commesso, però, una clamorosa ingenuità politica, cioè attaccare il capo dello Stato il 2 giugno, peraltro nel giorno in cui loro, il PD, si son fatti la manifestazione separata, la contro-manifestazione”. 

 

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