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Marina Berlusconi, determinata come Silvio ha saputo farsi strada senza imitare suo papà

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Se c’è un elemento essenziale nella vita di Marina Elvira Berlusconi, sono i riflettori. Nel senso che li odia. Marina odia la fama, la stampa e i palcoscenici, più di quanto suo padre odiasse la pigrizia, le barbe e i comunisti.

La presidente di Fininvest e di Mondadori brilla, da sempre, d’una riservatezza ai limiti dell’umano. Ha fatto pubblica comparsa nel 2009, per ritirare l’Ambrogino d’oro.

 

 

E adesso andrà a stringere pubblicamente la mano a Sergio Mattarella che l’ha insignita del titolo di Cavaliere del Lavoro, in un’immaginifica continuità con papà Silvio, scomparso giusto da un anno, che lo stesso titolo ricevette quasi cinquant’anni fa, nel 1977, rendendolo il simbolo d’un intero popolo. Marina diventa Cav. Diamine. I beneinformati sussurrano che in uno degli ultimi incontri nella stanza d’ospedale tra figlia e genitore ricoverato al San Raffaele di Milano, in una coltre di commozione, Silvio avesse predetto l’onorificenza della figlia. (..) 

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