Stefano Massini, la lagna prima dell'esordio su "TeleMeloni": "Non torneranno i Balilla, ma..."
Da mesi era in prima fila nel denunciare la (inesistente) deriva autoritaria dell’Italia governata dal centrodestra, compreso il presunto bavaglio soffocante dell’informazione. Stefano Massini, scrittore e drammaturgo di solida fede progressista, questa sera esordirà con il suo primo programma Rai, Riserva indiana, in onda sul terzo canale alle 20.15 (dieci puntate). E anche alla vigilia dell’esordio in viale Mazzini, Massini non rinuncia alla litania sulla presunta cappa di intolleranza provocata da Palazzo Chigi.
Lo fa in una lunga intervista pubblicata da Repubblica, rispondendo alle domande di Conchita Sannino: «Non torneranno certo i Balilla» spiega Massini, «ma si fomenta l’intolleranza contro le dinamiche democratiche. Il Parlamento è svuotato. Incombono rischiose riforme. Il dissenso è considerato un agguato al manovratore, da colpire».
Massini poi ricorda l’episodio (che anche su queste pagine abbiamo condannato subito) dell’aggressione subita al Salone del Libro da parte del pensionato pro-Hitler, per attaccare i giornali più vicini alle idee del centrodestra: «Dopo l’aggressione, sono un po’ più inquieto. L’inquietudine più seria è per quelli che, sui giornali di destra, provano a deriderti e a minimizzare il fatto». Il programma, attraverso una serie di ospiti, affronterà anche i temi dell’intolleranza, dell’antifascismo e della Resistenza.
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Alla domanda su possibili ingerenze interne su Riserva indiana, Massini comunque nega: «Naturalmente no, poi io avevo letto il testo di Scurati su Matteotti, in piazza della Signoria». E il regime, il bavaglio, la cappa? Puff, spariti. Tanto che Massini poi tiene a precisare che non ha nessun disagio a entrare in TeleMeloni: «Anche in casa Massini quando arriva la bolletta della luce, io leggo: canone Rai. Quindi non capisco perché non dovrei entrare in qualcosa che contribuisco a tenere in piedi». Da stasera su Rai3, alle 20.15.
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