Roberto Benigni, show politico dal Papa: "Facciamo il campo largo! Bergoglio detto Francesco"
Show in piazza San Pietro, alla presenza di Papa Francesco e di Giorgia Meloni, di Roberto Benigni, ospite d'onore per la Giornata mondiale dei bambini. Uno show, quello del comico toscano, che però ha assunto sfumature marcatamente politiche, il tutto a due settimane dal voto per le elezioni Europee. "Oggi è tutto un azzurreggiare. Siamo nello Stato più piccolo del mondo dove c'è l'uomo più grande del mondo. Incredibile. Io devo dire che qui alla Città del Vaticano mi trovo proprio a mio agio", ha esordito Benigni.
E ancora: "Ho una vocazione. Fin da quando ero piccolo. Ai bambini si chiede 'che cosa farai da grande'. Io serio serio rispondevo: il Papa. Beh, tutti a ridere. Morivano dal ridere e allora visto che ridevano ho deciso di fare il comico. Però mi piacerebbe fare il Papa", ha aggiunto. Quindi, ecco che si entra nel scivolosissimo campo della politica. "Quasi quasi Santità le prossime elezioni mi presento anche io... Veramente. Quando ci sono le prossime elezioni? Non dopo di lei eh, insieme a lei. Ci mettiamo insieme e facciamo, come si dice, il campo largo. Mettiamo sulla scheda Jorge Mario Bergoglio detto Francesco... Vinciamo subito, è una bellissima idea", conclude Benigni con una stoccata destinata a fare rumore. Due le ragioni: il primo il riferimento al "detta Giorgia", ossia alla possibilità di esprimere sulla scheda la preferenza per Giorgia Meloni scrivendo il suo nome, tema che fece venire una sostanziale crisi di nervi alla sinistra. Dunque la seconda ragione: quel riferimento al campo largo, come condizione necessaria per la vittoria, insomma una sorta di appello alla sinistra e, in una certa misura, anche agli elettori. Parole, come detto, destinate a far discutere.
Poi lo spettacolo è continuato. "Sembra una scena del Paradiso. Che rigoglio. Saluto tutti i bambini e le bambine. Un saluto affettuoso ai bimbi malati, le mamme, i babbi, i nonni, gli accompagnatori, tutti ii cardinali, tutte le persone importanti che sono qua. Saluto il sindaco di Roma Gualtieri, il signor presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Saluto tutti, quelli importanti li ho salutati tutti. Non manca nessuno", scherzava Benigni. "C'è qualcun altro da salutare?", chiedeva rivolgendosi alla folla di bambini, i quali rispondono "il Papa". E Benigni: "Nooo Santità, ma lei qui a portata di mano. Avrei voglia di venire lì a baciarla. Non so come dimostrare il mio amore. Lei che è argentino, potrei ballare un tango qua davanti. Per dimostrarle il mio amore e il mio affetto. Solo che sa che prima di entrare mi si sono avvicinate due Guardie Svizzere e mi hanno detto: signor Benigni lei può fare qualsiasi cosa ma non può toccare il Papa. No, ho detto, ma come? Ora da quando me lo hanno detto io ho voglia di fare solo quello. Sapete, quando vi dicono di non fare una cosa a voi bambini e volete fare solo quella. Come Adamo ed Eva che gli dissero non mangiare la mela e loro zac a mangiarla. Ora io un bacio glielo posso dare, le do un bacio che ne vale centomila", afferma Benigni baciando il Pontefice. "Grazie, Roberto", risponde divertito il Pontefice.
Nel corso del suo discorso, anche un appello contro le guerre. "Molto spesso il mondo è governato da gente che non sa cosa siano la misericordia, l'amore. Gente che commette il più grave e il più stupido dei peccati, la guerra: una parola brutta, che sporca tutto, non la si può ascoltare. Eppure dobbiamo porre fine a questa cosa. Quando i bambini giocano alla guerra, appena uno si fa male, si fermano, fine del gioco. E invece perché quelli che fanno la guerra non si fermano al primo bambino che soffre? Ma che vigliaccheria è questa? La guerra deve finire, ce la dobbiamo dimenticare", ha concluso Roberto Benigni