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Bruno Vespa, lo sfogo: "Ma le pare che Meloni si confronti con i piccoli?"
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Salta il confronto tv tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein che si sarebbe dovuto tenere nel salotto di Porta a porta il 23 maggio dopo la delibera Agcom che considerava legittimo il format del faccia a faccia a due solo se "accettato da una larga maggioranza delle liste in competizione elettorale e comunque dalla maggioranza delle liste con rappresentanza in Parlamento", condizione che non si è presentata, e ora Bruno Vespa, in una intervista a Il Corriere della Sera si sfoga: "Ho peccato di ingenuità perché c’era un precedente che mi riguardava: il mancato confronto Letta-Meloni del 2022".
Il direttore è deluso "non tanto per me", sottolinea, "ma non mi pare una vittoria della democrazia quando s’impedisce a una premier di confrontarsi con la leader dell’opposizione". E non è una questione di sistema elettorale maggioritario o meno. Perché "nel caso Letta-Meloni", spiega Vespa, "è stato impedito anche quando era misto. Il punto è che la legge sulla par condicio ormai è un nonsenso che nessuna forza politica finora, pur volendo, è stata in grado di modificare".
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Il punto secondo il giornalista e conduttore è che "i partiti che erano favorevoli al confronto erano quattro e rappresentavano il 63,32% in Parlamento. Per l’Agcom avrebbero dovuto essere almeno cinque. In quel caso il duello sarebbe passato anche se quei partiti avessero rappresentato, che so, il 30%. Secondo lei, ha senso?". Insomma, "è tutto l’insieme che non va".
La legge sulla par condicio, ricorda Vespa, "fu introdotta per impedire a Berlusconi premier di esercitare il suo strapotere sulle tv. Oggi non ha senso". Come non ha senso un confronto all’americana: tutti contro tutti. "Ma le pare che un premier debba andare a confrontarsi con tutti i partiti grandi e piccoli? Cosa ci guadagna? Va bene tutto, ma si sta esagerando. Non si farà mai".
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Non è poi una questione di "sintonia" tra Vespa e la Meloni. " Che sia un moderato dalla nascita, è reale. Ma chiunque sia venuto ospite da me non si è mai lamentato. Veda la Schlein.... Ho aspettato sette mesi per averla come ospite. Poi le ho detto: 'Guardi, peggio di come l’hanno trattata Massimo Giannini e Lilli Gruber non posso trattarla, si rilassi...'. E ho avuto ragione: è stata contentissima".
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Un santuario alpino sospeso nel tempo e nello spazio
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