Italo Bocchino lo stana, Travaglio lo insulta: "Stupidaggini! Macchina spara-palle!"
Altro giro e altro scontro tra Italo Bocchino e Marco Travaglio a Otto e Mezzo, il programma di Lilli Gruber in onda su La7. Il format ormai è collaudato, appassionante, e si è ripetuto nella puntata di mercoledì 15 maggio. Ecco in studio Bocchino mentre Travaglio è in collegamento. Si parla di giustizia, tema su cui lo scontro esplode in modo irrimediabilmente dirompente.
"È finita l'epoca della vita privata spiattellata sui quotidiani", afferma Bocchino, il contesto è quello della stretta alle intercettazioni contenuta nella riforma della giustizia. Parole che fanno, ovviamente, saltare la proverbiale mosca al naso del direttore del Fatto Quotidiano: "Bocchino ha una concezione della magistratura curiosa, pensa che lo facciano perché si divertono ad intercettare la gente. Se gli levi i trojan, non intercetteranno più nessuno. Se levi il bisturi al chirurgo, opererà con le dita... Ma di che stiamo parlando, noi li paghiamo apposta per fare le intercettazioni", afferma Travaglio, tradendo in toto la sua indole manettara. Anzi, la sua ossessione manettara.
E il direttore editoriale del Secolo d'Italia lo coglie in castagna: "No, li paghiamo per fare le indagini, non le intercettazioni". "Ma le indagini si fanno con le intercettazioni", ribatte Travaglio. "Anche con le intercettazioni", ribatte Bocchino. "Sì, anche con la lente di ingrandimento...", replica il direttore grillino provando a fare ironia. E qui Bocchino sgancia il siluro che manda in corto Travaglio: "Questo lo fate voi al Fatto Quotidiano con i brogliacci che vi giungono".
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Travaglio si prende qualche secondo per metabolizzare, poi passa agli insulti, suo marchio di fabbrica: "Ma quante stupidaggini... non riesci nemmeno a parlarle, è come la macchina spara-palle da tennis, ne arrivano troppe". Bocchino non sente il bisogno di replicare, già evidentemente soddisfatto per la reazione un poco nevrotica di Travaglio. Il quale riprende: "Il fatto che si facciano indagini e poi la gente venga assolta, mi spiace per Bocchino, ma è la fisiologia di un processo. Non è che partendo con le intercettazioni hai già la sentenza di consapevolezza", conclude Travaglio. Vai, forza manetta, vai...
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