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Pif, il delirio contro Matteo Salvini: "Tanto mi difende l'avvocato del popolo"

Andrea Valle
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Siparietto tra il leader del M5s Giuseppe Conte e l’attore e regista Pif (Pierfrancesco Diliberto) al congresso dell’Associazione nazionale magistrati) a Palermo. Dopo il suo intervento davanti ai magistrati Pif ha incontrato all’esterno l’ex premier Conte e gli ha detto: «Dopo il mio intervento credo che non farò un programma in Rai neanche per sbaglio...». E Conte: «Facciamo un appello pubblico». E Pif aggiunge: «Matteo non ti incazzare, si faceva per scherzare», ha detto Pif.

Conte aggiunge: «Non essere permaloso». Poi Pif dice: «Semi dovesse querelare ho anche l’avvocato, perché è l’avvocato del popolo...». Durante il suo intervento al congresso,Pif, parlando delle parole del ministro Salvini sui magistrati ha detto: «Se ci fossero microspie nell’ufficio di Salvini, non ci sarebbero reati. Ne sono convinto. Lui non sarebbe neppure indagato perché in Italia non esiste il reato di “sparare minchiate”. Se si introducesse Salvini andrebbe al 41 bis».

Poi ha concluso: «In questo momento si sentono che possono fare quello che vogliono. C’è arroganza: vanno dritti per la loro strada. Da quando è morto Mussolini aspettano questo momento. In Rai stanno facendo cose che neanche Berlusconi ha fatto».

A stretto gira arriva via X (ex Twitter) la replica ironica del segretario della Lega: «“Salvini spara solo minchiate” è il pensoso, approfondito e democratico commento del signor Pif. Che dite, rabbia o gelosia? C’è chi lavora e chi insulta. Un abbraccio a PIF», taglia corto il vicepresidente del Consiglio.

 

 

 

Ma il botta e risposta sui social procede. Il riferimento di Pif («dopo il mio intervento credo che non farò un programma in Rai neanche per sbaglio...»). Riattira l’attenzione intorno a Viale Mazzini. Una costante. Entro fine maggio Camera e Senato dovrebbero/potrebbero votare i quattro membri del consiglio d’amministrazione, due sono scelti dal governo e uno viene eletto dai dipendenti dell’azienda del servizio pubblico radiotelevisivo. Per evitare di andare a sbattere con la tornata elettorale europea è probabile che il Parlamento proceda entro i prossimi 10, 15 giorni al rinnovo delle cariche. Sono arrivate la bellezza di 121 autocandidature (come prevede la procedura). Tra questi - tantissimi giornlisti - i partiti e i dipendenti dovranno pescare i nomi del prossimo consiglio di amministrazione. Palazzo Chigi, il ministero dell’Economia, ne sceglierà due, che saranno destinati a diventare presidente (dopo il voto di una maggioranza qualificata dei terzi della Vigilanza) e amministratore delegato. E dovrebbero essere, rispettivamente, Simona Agnes e Giampaolo Rossi. 

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