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Vladimir Putin, aneddoto-choc: "Squartò la bestia e gli offrì il cuore, Berlusconi vomito"

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Un aneddoto, inquietante, raccontato nel dettaglio da Fabrizio Cicchitto in una lunga intervista al Corriere della Sera. Un aneddoto su Silvio Berlusconi e Vladimir Putin, due leader che avevano un rapporto molto stretto. Ma che si sarebbe incrinato proprio a causa dell'aneddoto svelato da Cicchitto e di cui, in precedenza, c'era una sola traccia, firmata da Mattia Feltri in un articolo sulla Stampa nel 2013.

La vicenda riguarda una vacanza trascorsa dal Cav in una dacia con il presidente russo. Una storia per anni avvolta dal mistero. Fino ad oggi. Un episodio che come detto fece vacillare le certezze e i sentimenti di Berlusconi per Putin, questo perché "perché Vladimir mi ha mostrato di sé un’indole violenta che non immaginavo in un uomo così gentile e razionale". Queste le parole con cui proprio il Cavaliere, appena rientrato in Italia, narrò la storia al suo portavoce Paolo Bonaiuti e a Cicchitto, al tempo capogruppo alla Camera. 

 

 

"Putin mi ha detto: Silvio, andiamo a caccia. Ho pensato: A caccia? Non ho mai toccato un fucile. Ma lui insisteva e allora l’ho accompagnato. Quando siamo arrivati nel bosco mi ha dato un fucile - Cicchitto riporta le parole dell'ex premier -. Mi è venuta l’ansia. Mentre camminavamo nella neve, ha visto due caprioli e mi ha fatto cenno di mirarne uno: Quello è il tuo. Spara. Gli ho fatto capire che manco morto avrei sparato. Allora ha sparato lui a entrambi e li ha uccisi. Mi ha guardato soddisfatto: Oggi ti offrirò un cibo straordinario. È sceso giù dal pendio per andare verso gli animali, impugnando un coltello. Ha squartato una bestia e gli ha estratto il cuore. Poi si è fatto consegnare da un uomo della scorta un vassoio di legno, me lo ha dato e ci ha messo sopra quel pezzo di carne sanguinante: Sarà un pasto eccezionale. Mi è venuto un colpo. Mi sono nascosto dietro un albero e ho vomitato". Cicchitto aggiunge che dopo il racconto Berlusconi rimase in silenzio per alcuni, lunghissimi, secondo. "Forse è solo l'abitudine di un cacciatore", chiosò e chiuse la vicenda.

 

 

Nella medesima intervista, Cicchitto riflette sul rapporto tra il Cav e lo zar. "Ho avuto modo di dire che tra Berlusconi e Putin c’era un legame di omosessualità psicologica: si ammiravano vicendevolmente e il loro era un rapporto assolutamente paritario. Putin considerava geniale questo imprenditore italiano che controllava le televisioni ed era riuscito a sfondare in politica. A sua volta Berlusconi lo riteneva un pragmatico, capace di gestire un Paese come la Russia e con il quale si potevano fare tante cose insieme: dagli affari alle donne. Silvio aveva l’ambizione di portarlo nell’Occidente e nella Nato. Passerò alla storia, diceva. Pensava di vincere e invece venne fregato da Putin", conclude Cicchitto.

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