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Fassino Lupin, il giallo del profumo che non ha rubato che gli è finito in tasca
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Povero Piero Fassino, c’è profumo di fregatura per lui. Massima solidarietà e quintali di garantismo, ma la storia c’è tutta e tocca raccontarla. Il Fatto Quotidiano, giornale malizioso e giustizialista, racconta che il fu segretario del Pd è denunciato per tentato furto. L’interessato nega di aver voluto rubare: «Se avessi tre mani non sarebbe mai successo...». Ma il titolare dello spaccio dell’aeroporto di Fiumicino dove l’onorevole è stato pizzicato non vuole bersela.
Ecco la storia di Piero, che arrivò a varcare il check-in in un bel giorno di primavera, diretto a Bruxelles, marciando con l’anima in spalle e una boccetta di costoso profumo in saccoccia. Succede, stando alla versione dell’interessato - anzi, del denunciato -, che il nostro eroe si tirasse dietro il trolley con una mano e con l’altra agguantasse la preziosa essenza per signore. Poi ha avuto la necessità di tirare fuori dalla tasca il telefonino e per levarsi d’impaccio il profumo, lo ha «appoggiato», versione letterale, nel giubbotto, «in attesa di andare alla cassa» (...)
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Un santuario alpino sospeso nel tempo e nello spazio
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