Per Alessandro Orsini la Corea di Kim è meglio delle democrazie
L’ultima curiosità rimasta nella strana storia di Alessandro Orsini è capire a quale livello arriverà la sua strabiliante escalation negazionista: un’apologia di Jack lo Squartatore (in fondo anche lui è stato provocato)? Un’accorata difesa del Mostro di Milwaukee (che trapanava le teste delle vittime e ci versava dentro acido muriatico... ma forse non abbiamo valutato bene il suo punto di vista)? O una revisione della storia di Vlad l’Impalatore (severo ma giusto e diffamato dalla storiografia. Il che è anche vero ma questa è un’altra faccenda)? Il professore e commentatore del Fatto Quotidiano negli ultimi giorni si è lanciato in un parallelo tra gli Stati occidentali e il regime di ciccio-Kim Jong-Un. Ovviamente per concludere che in Occidente commettiamo atrocità molto più terribili di quelle coreane.
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Dice il prof: «C’è questa idea senza alcun fondamento empirico secondo cui le democrazie occidentali sono sempre migliori delle dittature. Lo studio della storia smentisce questo pregiudizio. Ci sono dittature che non uccidono nessuno e democrazie che compiono massacri. Gli Stati Uniti e Israele sono due democrazie occidentali. Eppure stanno sterminando il popolo palestinese. Di contro, la Corea del Nord è una dittatura, ma non sta sterminando nessuno». Ripetiamo: la Corea del Nord non sta sterminando nessuno. Ora, o Orsini allude agli ultimi 30 minuti, oppure c’è qualcosa che non torna.
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Mettiamo in fila alcuni racconti che Orsini sicuramente conosce, ma ha deciso di ignorare. Le carestie iniziate dopo la caduta del regime sovietico – e dovute al totale fallimento dei piani di produzione statali - sono costate centinaia di migliaia di morti alla Corea del Nord, fino a 600mila secondo le stime Usa (su una popolazione di 22 milioni di abitanti). Su quel periodo e su quelli successivi – perché ancora ai giorni nostri si muore di fame – circolano storie agghiaccianti, che arrivano fino agli atti di cannibalismo. I razionamenti vengono stabiliti anche sulla base dello status sociale. Un cristiano, per esempio, è considerato feccia. Tutte cose che ovviamente nessuno potrà leggere mai a Pyongyang, dove ovviamente parlare di libertà di stampa equivale a una bestemmia in chiesa e la stessa parola “carestia” non può essere pronunciata, si corrono rischi indefiniti. Vi sembra folle? Bisogna considerare che è vietato anche dare ai neonati lo stesso nome della figlia di Kim, perché il leader lo vuole solo per lei.
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Tutto ciò avviene mentre il pacioccone a capo dello Stato spende cifre faraoniche per costruire impianti sciistici che nessuno usa o per lanciare costosissimi razzi verso il mar del Giappone, con l’obiettivo di terrorizzare i paesi confinanti. Gli Jong-Un hanno davvero una passione per l’omicidio, soprattutto dei loro concittadini. Lo conferma la storia dell’ufficiale ammazzato perché avrebbe starnutito durante un discorso del dittatore o di quei presunti dissidenti fatti fuori a colpi di cannone. Ovviamente sono versioni dei fatti difficilmente confermabili, perché come dicevamo Kim non crede nella diffusione delle notizie o nella presenza di giornalisti a casa sua. Forse per Orsini potrebbe fare un’eccezione. Forse potrebbe andare lui a verificare. Suggeriamo un lungo soggiorno in Corea.
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