Vittorio Feltri su Ilaria Salis: "Provo dolore ma non ho capito una cosa"
"Vedere una donna, Ilaria Salis, trattata in quel modo con le catene mi ferisce, provoca solo dolore. Mi vien voglia di ribellarmi ma non saprei come fare. Però c'è una cosa che non ho ancora capito: se questa ragazza è innocente oppure se ha commesso i reati che le vengono attribuiti, e questo è un punto fondamentale".
Vittorio Feltri, ospite di David Parenzo in collegamento con L'aria che tira, su La7, dice la sua sul caso della insegnante e attivista antifascista in carcere da 13 mesi in Ungheria con l'accusa di aver partecipato al pestaggio di un esponente di estrema destra durante un corteo a Budapest. Mentre il fondatore di Libero parla, la regia manda in onda quelle immagini brutali, perfetto esempio di odio politico.
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"Un altro tipo di polemica riguarda i metodi di carcerazione, ma noi italiani siamo gli ultimi a poter dare delle lezioni, sia pure all'Ungheria. Nelle nostre carceri c'è il record dei suicidi, si vede che i detenuti non vengono trattati con i guanti bianchi. Non solo, la nostra giustizia che tiene in galera per 33 anni un pastore per poi accorgersi che è innocente (il sardo Zuncheddu, ndr), anche questa non è una gran prova di civilità giuridica".
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"Per cui stiamo attenti a fare delle critiche - conclude il suo ragionamento Feltri allargando il raggio della riflessione -, perché per prima cosa dovremmo farle a noi stessi, sui nostri sistemi che sono peggiori ancora rispetto a quelli dell'Ungheria, che però sulla vicenda della Salis si sta dimostrando veramente incivile".
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