Canfora su Meloni: "Neonazista nell'animo? Lo ripeto, non sono pentito"
"Meloni neonazista nell'animo? Posso solo ripetere quel che ho detto e perché l’ho detto, il resto lo aggiungerò nella sede giusta": Luciano Canfora lo ha detto in un'intervista a La Stampa, riferendosi alla dichiarazione che fece nel 2022 in un liceo di Bari. Dichiarazione per cui è stato querelato dalla premier. Martedì 16 aprile al Tribunale di Bari si terrà la prima udienza predibattimentale. Ma lo storico, che si riferì così alla presidente del Consiglio parlando del suo appoggio all'Ucraina, non sembra essere pentito. Anzi. "La questione, al di là del dibattito sulla questione ucraina, è oggettiva. Meloni discende dal Movimento sociale, un partito che si riferiva alla storia della Repubblica sociale, cioè a uno stato satellite del Terzo Reich".
Canfora, poi, ha proseguito in tono velenoso: "La Storia continua in maniera sorprendente. Meloni, che come noto fatica a definirsi antifascista, è passata in pochi anni da una posizione filorussa ad una filoucraina. All’interno delle forze ucraine c’erano anche componenti neonaziste. La mia definizione in un convegno voleva fare riferimento anche a questo aspetto".
"Neonazista nell'animo": Meloni trascina Luciano Canfora in tribunale
Quando gli hanno chiesto se fosse dispiaciuto per le parole pronunciate, lo storico ha risposto in modo secco: "Neanche per sogno. Perché dovrei? Non credo proprio. Sono convinto con Togliatti che la politica sia il momento più alto della vita morale. E con Socrate penso che non ci sia l’uomo cattivo, ma ignorante". E ancora: "Trovo paradossale vivisezionare in questo modo le opinioni delle persone. Allora vuol dire che c’è davvero la censura". Canfora, infine, ha continuato a giustificarsi portando una sua esperienza: "Pure io ho ricevuto insulti violentissimi e non mi sono messo a piangere. A mio padre i fascisti spararono addosso nel 1928 e si salvò per caso, a me finora è andata meglio".
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