Tagadà, Bertinotti: "Indiscutibile la liaison tra Procure e alcuni giornali"
"Che tra le Procure e i giornali ci siano stati delle liaison grazie alle quali si sono condotte delle operazioni mi pare indiscutibile". Sono parole che pesano come dei macigni quelle dell'ex Presidente della Camera, Fausto Bertinotti. Intervistato da Tiziana Panella a Tagadà, Bertinotti è tornato sul caso dei dossier trafugati da un ufficiale della Guardia di Finanza e ceduti ad alcuni giornalisti.
Con le indagine in piena fase di svolgimento, secondo lo storico segretario di Rifondazione Comunista non è solo la GdF a doversi guardare all'interno, ma soprattutto il mondo giornalismo: "Anche il giornalismo dovrebbe interrogarsi. Sono della generazione che si è appassionata al giornalismo grazie al giornalismo d'inchiesta. Ma nel giornalismo d'inchiesta, dove i giornalisti mettono in luce le magagne di un Paese e delle sue organizzazioni - la famosa formula dell'Espresso 'Capitale corrotta, Paese infetto' - c'è un problema".
"Voglio sapere chi paga". Dossieraggio e soldi, Salvini mette nel mirino il mandate della spia
Inutile per Bertinotti aggrapparsi alla libertà di stampa e alla veridicità delle notizie: "C'è un problema per il giornalismo perché non si può spacciare questo come libertà di stampa, che è importantissima. Deve avere una capacità di critica autonoma. La mia non è un'obiezione etico-morale, la mia è un'obiezione sul mestiere del giornalista".
Ecco quindi che il morbo è da ricercarsi nel rapporto fra Procure e giornali: "Anche per l'invasione prodotta dalle comunicazioni di massa, è diventato un mestiere a scartamento ridotto in molte parti. Il fatto che tra le Procure e i giornali ci siano stati delle liaison grazie alle quali si sono condotte delle operazioni mi pare indiscutibile".
Guarda qui il video di Bertinotti a Tagadà
"Soldi alla donna misteriosa": dossieraggio, ora tutto torna sul fango contro il Cav?