Andrea Purgatori, scatta l'indagine su 4 medici: "Diagnosi errata sul tumore"
Andrea Purgatori è morto a causa di una infezione cardiaca diagnosticata in ritardo. Per questo l’inchiesta sulla morte del giornalista vede aggiungersi nel registro degli indagati anche il cardiologo Guido Laudani, che ebbe in cura il giornalista, e di Maria Chiara Colaiacomo, che fa parte delle équipe che affianca il radiologo Gianfranco Gualdi, già sotto inchiesta con il suo assistente Claudio Di Biasi per omicidio colposo subito dopo che l’autopsia aveva svelato l’assenza di metastasi nel cervello di Purgatori. La presunta diagnosi errata, secondo i pm che indagano, potrebbe aver indotto i due medici della clinica dov’è era stato ricoverato il giornalista a sottoporlo a cure sbagliate. La difesa dei due camici bianchi sostiene invece che le metastasi non fossero presenti può dimostrare che la radioterapia abbia funzionato.
Andrea Purgatori, come è morto? Ultimo colpo di scena sulle indagini
Secondo i familiari del giornalista le sedute di radioterapia che Purgatori sosteneva, per curare le metastasi cerebrali - forse inesistenti e diagnosticate da Gualdi - derivanti da un tumore al polmone, avrebbero provocato il decadimento fisico che avrebbe a sua volta favorito l’infezione cardiaca, per altro diagnosticata tardivamente. All’origine del fascicolo su cui indaga la Procura di Roma c'è la denuncia presentata dai familiari del giornalista per chiarire cosa abbia causato in poche settimane il suo decesso. L'incidente probatorio, delegato a quattro super periti, è fissato al 21 marzo.
"Nessuna metastasi al cervello". Purgatori, errore fatale? L'autopsia è un pugno nello stomaco