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Alessandro Di Battista come i giornalisti di Putin: "Sapete chi è quest'uomo?"

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"Ieri ho visto la manifestazione politica a sostegno di Navalny": a dirlo Alessandro Di Battista nello studio di Giovanni Floris a DiMartedì su La7, in riferimento al corteo organizzato dal leader di Azione Carlo Calenda in omaggio al dissidente russo morto nella colonia penale in cui era detenuto venerdì 16 febbraio. "Posto che quando muore un dissidente politico in un carcere la responsabilità governativa è evidente, qualsiasi sia stata la causa della morte, a me due cose indignano: l'ipocrisia e l'uso strumentale", ha proseguito l'ex grillino. Che a quel punto ha mostrato a tutti la foto di un uomo: "Sapete chi è questa persona qui? Si chiama Gonzalo Lira, dissidente politico anti-ucraino, ed è morto il mese scorso in un carcere ucraino, lasciato morire - questa è la denuncia dei familiari - in quanto dissidente politico. Qualcuno ha manifestato? E' un morto di serie B perché è un anti-Zelensky e non un anti-putiniano?". 

Qualcosa di simile l'ha detta qualche giorno fa a L'Aria che tira la giornalista russa Nadana Fridrikhson. Quest'ultima, prima di staccare il collegamento, ha avvertito: "Non dimenticate chi è stato ammazzato nelle prigioni dell'Ucraina". Tornando a DiMartedì, l'ex pentastellato ha detto: "Quando ho saputo della morte di Navalny ho pensato questo: adesso utilizzeranno la morte per dire che non si può trattare con Putin che è il mandante di un assassinio, che è necessario inviare più armi e continuare con la strategia delle sanzioni. Ho pensato questo ed è fallimentare dato che i russi stanno vincendo la guerra e oggi un negoziato converrebbe più agli ucraini".

Qui l'intervento di Di Battista a DiMartedì

 

 

 

"Ieri - ha proseguito Di Battista - ho letto le dichiarazioni di Biden, gliel'hanno scritte evidentemente perché non è più lucido: 'chiedo al Congresso americano di approvare il finanziamento delle armi a Kiev, fatelo in nome di Navalny'. Emerge l'ipocrisia di chi non ha speso una parola né sui massacri a Gaza né su Assange né su Gonzalo Lira e che oggi usa strumentalmente una tragedia enorme come la morte di Navalny per dire ancora più armi e ancora più guerra". 

 

 

 

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