Massolo: "Avvertimento sovietico". Cosa c'è dietro la morte di Navalny
La morte di Alexey Navalny "suona tanto come una sorta di avvertimento di stampo sovietico" a un mese dalle elezioni presidenziali che riconfermeranno Vladimir Putin per un nuovo mandato, mentre "denota una forma intima di insicurezza del regime". L'ambasciatore Giampiero Massolo, presidente dell'Ispi, dà questa lettura della morte del dissidente russo, sottolineando che con questo tipo di avvertimenti "si mette in guardia chi ha un certo tipo di intenzione, evitando l’effetto emulazione".
Ma attenzione, osserva ancora l’ambasciatore sentito dall'agenzia Adnkronos, "un avvertimento così rilevante, che riguarda un personaggio che era il simbolo stesso del dissenso militante" contro il presidente russo Vladimir Putin "denota una forma intima di insicurezza del regime, perché prima di arrivare a questo c’era un’ampia scala di avvertimenti".
E d’altro canto, ragiona ancora Giampiero Massolo, "c’è da dire che ci troviamo in un contesto di guerra e quindi probabilmente la considerazione che è stata fatta è che si ha un margine di impunità maggiore".
Intanto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov accusa i Paesi occidentali: "Nessuna dichiarazione da parte di medici, nessuna informazione da parte di esperti forensi, nessuna informazione da parte del Servizio penitenziario federale, insomma non ci sono informazioni. E ora abbiamo queste affermazioni che vengono dall’Occidente. È ovvio che queste sono affermazioni oltraggiose e assolutamente inaccettabili". E conclude: "Non ho nient’altro da dire su questo argomento".