Furio Colombo deraglia: "Meloni antisemita, se la prende con Elkann"
Toglietegli il vino, direbbe qualcuno. Anche perché, se non fosse per i fumi dell’alcol, ci sarebbe da preoccuparsi. Furio Colombo, manco a dirlo, ne spara un’altra delle sue. E, intervistato nel corso del talk show di attualità politica Senza Riguardo, che va in onda sui maggiori canali social, accusa - nientemeno - Giorgia Meloni di antisemitismo. A una domanda del conduttore Giacomo Ferrara sul fenomeno, anche alla luce delle manifestazioni pro-Palestina degli ultimi mesi e delle celebrazioni della Giornata della Memoria cui è dedicata la puntata, Colombo la prende larga, e si inserisce nella polemica tra il premier e Stellantis-Repubblica.
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Dopo aver detto che l’antisemitismo si ripresenta carsicamente, l’ex direttore dell’Unità aggiunge: «Nel citare come colpevoli della cattiva informazione i poteri forti, il governo di Giorgia Meloni, e anzi Giorgia Meloni in persona, indica il nome Elkann in modo da far capire bene che i poteri forti sono poteri ebrei e in questo modo si completa un percorso tremendo e pericoloso che ha segnato i secoli». Insomma: Meloni è antisemita e come perfetto capro espiatorio indica all’opinione pubblica gli attuali azionisti di maggioranza di Stellantis - gli Elkann appunto, e in particolare John, amministratore delegato della cassaforte della famiglia Agnelli, Exor.
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Una scelta ben precisa, quella del premier, a sentire l’editorialista di Repubblica, il quale prosegue: «Nel caso del nominare Elkann come tipico rappresentante dei poteri forti che dominano l’informazione si sa benissimo che si sta nominando uno dei personaggi dell’ebraismo mondiale e più interessanti e più importanti in questo momento».
Insomma, per Furio Colombo la malafede di Meloni è palese. Del resto, l’ex firma del Fatto non è nuova a simili intemerate contro il premier. A novembre 2022, ospite del programma di La7 L’aria che tira, si pronunciò con estrema durezza sul viaggio di Meloni al G20 di Bali. Il motivo? Il presidente del Consiglio aveva portato con sé in prima classe sull’aereo sua figlia, mentre i bambini migranti morivano in mare. Già, proprio così. «Viviamo in una Repubblica» disse Colombo, «in cui a certi bambini spetta la top class (in aereo, ndr), se è per Bali, e ad altri bambini spetta il fondo del mare, economy class». Anche allora evidentemente non sapeva cosa stava dicendo.
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