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Giuliano Ferrara contro Repubblica: "Scontro con Meloni? Giochi da bimbi viziati"
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Giuliano Ferrara non dà corda alla lagna di Repubblica contro il governo Meloni. Negli ultimi giorni, come è noto, il quotidiano diretto da Maurizio Molinari ha usato una normalissima nota di partito interna di FdI per dichiarare guerra al premier. Il tutto in uno scontro ben più ampio tra l'esecutivo e John Elkann che attraverso il suo giornale ha accusato il governo di "svendere il Paese".
E l'Elefantino su il Foglio dà una lezione epica a Molinari e alle penne di Repubblica che si son date un gran da fare per insultare il premier a suon di "muta di cani". A questo punto ecco le parole pesanti di Giuliano Ferrara: "L’argomento è decisamente debole: chi ha un editore padrone è un servo, appartiene a un’ideale struttura Delta che fa i bassi servizi per lui. Per noi fate una doverosa eccezione, io libero tu schiavo, e il comitato di redazione applaude e santifica. Struttura Delta: anche l’immaginazione può essere peggio della malattia, almeno per i fissati".
E ancora: "L’allarme antifascista contro la mainstream Meloni che l’Economist, sempre un giornale con una partecipazione determinante di Elkann, segnala come colei contro la quale i pregiudizi dei liberal erano esagerati, visto come si comporta (lo ha registrato in questi mesi il giornaletto berlusconian-fascista su cui abbiamo il privilegio di scrivere), sa di manganello all’incontrario dopo il bavaglio a Calenda. In realtà sono giochi di ragazzini o bambini viziati". Parole pesanti che però sottolineano quanto sia ormai una "fissazione" quella di Repubblica nel dover avere un nemico dichiarato, ovvero il premier Giorgia Meloni e il suo governo.
"I latrati dei suoi cani": gli insulti di Massimo Giannini contro Meloni e FdI
Poi sottolinea l'approccio degli Elkann e quello di Berlusconi nel rapporto tra politica e media: "All’influenza politica gli Agnelli-Elkann un tantino qualche volta ci pensano anche loro, e la storia d’Italia lungo il secolo scorso e oltre ne è testimone. Solo che, com’è ovvio, anche come editori oltre che come investitori e industriali, preferiscono giudicare che essere giudicati: si chiama establishment borghese modello europeo, una couche di cui un fenomenale pazzo e incandescente Berlusconi non ha mai veramente fatto parte". Nulla da aggiungere.
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