Paolo Crepet stronca Ferragni e Chiara Lucarelli: "Mi irrita per il suo ruolo illiberale"
La morte di Giovanna Pedretti, la ristoratrice trovata senza vita dopo il caso della recensione contro gay e disabili, è ancora al centro del dibattito. A In altre parole, programma in onda domenica 21 gennaio su La7, è Paolo Crepet a rispondere a Massimo Gramellini. Il conduttore chiede senza esitare: "Il limite dei social qual è? Qual è il confine?". "La signora non era famosa come Chiara Ferragni, ma è lì che è nato tutto", replica il sociologo aggiungendo che "ognuno deve ragionare pensando, come tutte le cose, che non sono dei regali di Natale. La tecnologia digitale è nata con Steve Jobs che diceva 'I think different', invitava alla libertà, c'erano delle icone. Attraverso questi straordinari personaggi, tu pensavi 'Anch'io, nel mio piccolo, posso diventare libero, anch'io posso creare armi".
Poi però qualcosa è cambiato, "il pensiero si è involuto, è diventato enormemente più esteso, forse ubiquitario, portando dei rischi evidenti, proprio di libertà". A questo punto lo psichiatra ammette: "L'influencer mi irrita, proprio per questo ruolo illiberale che ha, perché uno che mi deve dire quali sono i biscotti che devo intingere nel latte tutte le mattine, io posso rispondere 'Non amo i biscotti' o 'Salto il caffè-latte'?". Una frecciata che va a colpire sia Chiara Ferragni, sia Selvaggia Lucarelli, al centro del caso della morte della Padretti.
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E ancora: "Questo inno alla normalizzazione, alla neutralizzazione, comporta un rischio enorme di morte. Arendt scriveva 'La morte della complicità. Un limite mi pare di doverlo individuare nella nostra intimità: lì non entrerei. La nostra vita con i social è un cassetto aperto. Ci vuole un territorio invalicabile". Ma forse è troppo tardi.
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