Lorenzo Biagiarelli, il "non chef" che ha fatto la frittata: chi è davvero
Dalla padella alla brace. Lorenzo Biagiarelli è passato nel giro di pochi giorni dall’essere etichettato come toyboy di Selvaggia Lucarelli a essere l’uomo del “frittatone”: colui che ha sollevato sui social il caso della ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano Giovanna Pedretti e della sua (presunta) finta recensione che potrebbe aver indotto la 59enne al suicidio, per non aver retto la gogna mediatica. C’è chi chiede una indagine per istigazione al suicidio. A lui e alla compagna sono arrivate pure minacce di morte dai soliti invasati della Rete: «Spero che Lorenzo sia forte come me», si è sfogata l’opinionista del Fatto nonché giudice di Ballando con le stelle.
Nessuna scusa per quello che sembra, oggi, un drammatico contrappasso: viene bastonato chi è solito bastonare virtualmente vip e persone qualunque. Selvaggia forse c’è abituata. Biagiarelli sicuramente no, visto che al massimo ha maneggiato in questi anni l’odio sociale di chi lo accusava di lavorare nel cooking show di Rai 1 È sempre Mezzogiorno condotto da Antonella Clerici solo per meriti sentimentali. Patriarcato anche qua, ma alla rovescia.
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I due stanno insieme da 8 anni, lui (nato a Cremona nel 1990 ma cresciuto nelle Marche, da famiglia di imprenditori nel settore balneario) ne ha 15 in meno di lei. Selvaggia è già una potenza, lui solo un ragazzo con la passione perla cucina, mai diventata professione. Il suo sogno era fare la rockstar, pensa te. Una star lo è diventato, nel suo piccolo, e grazie al web. La Lucarelli è una opinion leader, smuove masse e veleni sia sulla carta stampata sia online. Lui ha un umile blog di cucina, che è un po’ il pretesto per parlare della sua vita privata: i viaggi, i gusti, simpatie e antipatie. Sui social era un po’ goffo: in un periodo che ora appare lontano ere geologiche li usa anche per fare ironia macabra. Nel 2017, saltarono fuori un paio di sue battute di dubbio gusto: «So che probabilmente nessuno leggerà questo stato, ma a volte, quando mi annoio, vado in giardino, mi ricopro di terra e fingo di essere Sarah Scazzi». Altro post identico, con soggetto Piergiorgio Welby. All’epoca nessuno ci fece caso, effettivamente: una manciata di commenti, pochissimi “mi piace”. Dopo il caso Pedretti, su X quegli screenshot sono tornati d’attualità. Veri o fake? Sul punto, trattandosi di archeologia social, si sta discutendo. Di sicuro negli ultimi tempi Lorenzo, sarebbe stato molto più attento. Politicamente corretto, diciamo.
«Not a chef. Cucino, scrivo, viaggio. Ma soprattutto mangio». Non uno chef: così si presenta sui social. Bio sintetica di un onnivoro. Il suo blog è cresciuto, la sua pagina Instagram conta 2.069 post pubblicati, 230mila follower (nulla in confronto agli 1,3 milioni di Selvaggia, partita però decisamente in anticipo). Ed è proprio sul social delle foto che si scorge a vista d’occhio la metamorfosi di Biagiarelli. Il belloccio che dispensava ricette etniche con miso, tempeh, tofu, radici varie e confessava il suo amore per le tavole di Sud America, Nord Africa ed Estremo Oriente all’insegna di un meticciato culinario sempre più modaiolo, ha via via moltiplicato i post di “denuncia”.
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L’ultimo libro uscito da poco, non a caso, è intitolato “Ho mangiato troppa carne. Perché mangiamo animali e cosa succederà se non smettiamo di farlo”. Un occhiolino strizzato al popolo green, alla GenerazioneZeta, agli eco-talebani e compagnia mangiante. E poi post per sfatare leggende metropolitane sull’alimentazione. I grassi fanno male? E gli zuccheri? Il valore proteico dei ceci in una dieta equilibrata?
Ma anche un commento sulla rissa fuori dalla Camera sulla carne sintetica («spiegata bene», direbbero i salotti buoni del giornalismo) o uno su Mattarella quando il presidente ha firmato la legge sul meet sounding. In mezzo, a fine 2022, la partecipazione a Ballando in uno strepitoso caso di conflitto d’interessi catodico, tanto che la Lucarelli in giuria imbastisce una perenne polemica con i colleghi di bancone accusati di voler sfavorire Lorenzo in gara proprio perché lei stava antipatica a tutti. Per la cronaca, il non-cuoco non sembra portatissimo per la danza, viene eliminato quasi subito ma poco importa, nel giro di qualche settimana guadagna visibilità, ben più importante del cachet, e blinda il posto fisso in tv, dove aveva esordito nel 2019 a Cortesie per gli ospiti su RealTime prima di approdare in Rai un anno dopo. Un posto che oggi sembra a rischio.
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Un po’ defilato, ma sempre più personaggio. Fino alle estreme conseguenze. Biagiarelli si traveste da Iena (se le Iene non stessero sul gozzo alla fidanzata) e denuncia la «vergogna» della sconosciuta Pedretti. Poco prima della fine tragica di Giovanna, sempre su Instagram dichiara chiuso il caso (il suo) rendendo noto il contenuto della sua telefonata con la vittima. Lei parla di «cattiveria», lui sfotte: «Non si capisce quale, visto che ha tutta la stampa e le tv che la osannano e solo due o tre stronzi hanno provato a sollevare dei legittimi dubbi sulla sua storia ma va bene così». Tra quei due o tre «stronzi», immaginiamo, lui e la fidanzata: della serie io e te soli contro il mondo (e qualche centinaia di migliaia di adoranti followers). E giù altri dubbi assortiti. «Per me finisce qui, a meno che non mi convochino i carabinieri», la sua chiosa. Suona quasi come una premonizione. Siamo al 15 gennaio, giorno del suo ultimo post contro Zuckerberg che «si è messo ad allevare razze bovine pregiate nella sua tenuta da seicento ettari alle Hawaii, e questa non è una buona notizia». Nel frattempo, in tanti gli chiedono a che titolo abbia attaccato l’anonima ristoratrice con foga savonarolesca. Una furia da debunker tra i fornelli che ha forse una sola risposta. A che titolo? Ma per il titolo, quello è il gusto.