Concita De Gregorio, Meloni e Libero: "Regime, varcato il confine"
"Dal ridicolo al pericolo", titola l'editoriale di Concita De Gregorio, che sul titolo di Libero "Meloni uomo dell'anno 2023" invita i lettori di Repubblica a non ridere, no no no. Perché, signora mia (e pure signore mio), la prima pagina di Libero ci copre "obiettivamente di ridicolo agli occhi del mondo", oltre ad arrecare all'Italia "un danno di (già provatissima) credibilità internazionale".
Concita, corrucciata, si immagina l'espressione sgomenta di Emmanuel Macron e Ursula Von der Leyen mentre leggono la rassegna stampa internazionale. Ma la questione centrale di tutta questa faccenda, sottolinea l'editorialista, "è la contraffazione della realtà come metodo di gestione del potere". Una operazione, stigmatizza la De Gregorio "tipica delle disinformazioni di regime quando i regimi si sentono imbattibili", niente meno che.
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Insomma, a nostra insaputa abbiamo varcato il Rubicone: "Non più quella mistificazione strisciante degli esordi, proprio la grossolana contraffazione del despota che si sente invincibile", chiosa convintissima la De Gregorio, secondo cui la diabolica macchinazione poggia sul lettore credulone. "La terra è piatta, il virus un'invenzione delle multinazionali, Elon Musk un benefattore dell'umanità". Argomentazioni che ovviamente Libero mai si è sognato di difendere, ma tant'è.
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"Prima si fertilizza l'ignoranza collettiva, si bagna con la denigrazione del sapere (i sapientoni, le caste degli intellettuali), si diserba con la comunicazione diretta dai propri canali social, cari amici, vi spiego io il Pnrr. Infine, ecco l'uomo dell'anno". Insomma, "dal ridicolo al pericolo è un attimo, occhio a non aver già varcato la soglia", conclude con dito ammonitrice l'editorialista di Repubblica. Un bel minestrone al quale manca, come sempre a sinistra, non il sale ma l'ironia.