Gianni Agnelli e l'eredità, la sentenza cambia il quadro: la vittoria di John e Lapo
Annullata dal Tar del Lazio la nota con cui il Ministero della Cultura aveva dato il "via libera" a conoscere l'elenco delle opere d'arte appartenute a Gianni Agnelli e ai suoi eredi. Accolto, quindi, il ricorso presentato da John, Lapo e Ginevra Elkann, nipoti dell'Avvocato. A chiedere la consultazione, invece, era stato un giornalista della trasmissione Rai Report, avvalendosi dell'istituto dell'accesso civico generalizzato.
I legali degli Elkann si sono opposti, sollevando non solo il problema della tutela della privacy ma anche quello relativo alla conservazione dei beni in questione. Secondo loro, inoltre, la richiesta era "non proporzionata rispetto allo scopo tipico dell'accesso civico generalizzato". Il Tar, allora, come riporta l'Ansa, si sarebbe concentrato sul "calare" la normativa sul campo della tutela e valorizzazione dei beni culturali. In particolare, ha sottolineato che "è il legislatore ad avere stabilito, in via generale e astratta, una limitazione alla libera consultazione del patrimonio informativo esistente presso il Ministero, e dunque alla accessibilità alle informazioni concernenti i beni culturali, considerando preminenti gli interessi alla sicurezza del bene e riservatezza del soggetto che ne è titolare".
Gianni Agnelli, esproprio proletario: il piano "comunista" di Tomaso Montanari
Secondo i giudici, quindi, "la valutazione effettuata dal resistente Ministero, incentrata sul bilanciamento tra i contrapposti interessi in gioco funzionale ad ovviare ad un 'pregiudizio concreto' a carico dei soggetti controinteressati all'accoglimento dell'istanza, risulta essere 'fuori fuoco'"; con la conseguenza che il ricorso di John Philip Elkann, Lapo Edovard Elkann e Ginevra Elkann "va accolto, con conseguente annullamento del provvedimento con cui il Ministero della cultura ha accolto la richiesta di accesso civico generalizzato presentata dal controinteressato".
Gianni Agnelli, bomba di Report: "Chi può finire nei guai", spunta il super-testimone