Chiara Ferragni, Antonella Viola si schiera con lei: "Linciaggio"
La biologa Antonella Viola è scesa in campo per difendere Chiara Ferragni, dopo aver visto apparire a Padova, al quartiere Arcella, un murales che in modo piuttosto pesante prende in giro Chiara e suo marito Fedez. Il murales, effettivamente, è abbastanza violento. Raffigura la coppia, vestita in modo attraente e casual, con un pandoro Balocco in mano, che avanzano disinvolti e belli, e dietro loro una scritta feroce: «Attenzione pickpocket». Immagino che molti di voi sappiano che il grido “attenzione pickpocket” è il grido-tormentone antiborseggio. Antonella Viola si schiera con la Ferragni, nonostante ritenga «consapevole» il suo errore di comunicazione, accusando l’autore del murales di linciaggio. E giustamente ci spiega che mettere alla gogna le persone non è una bella cosa. Verissimo. Però...
Però quando si racconta un episodio è bene vederne il prima e il dopo. Sennò si fa confusione. Chiara Ferragni è una persona che, del tutto legittimamente, ha raggranellato una montagna spaventosa di soldi usando la sua capacità di influenzare la mente delle persone, o comunque guidarla, e indurre queste persone ad acquistare merce di vario genere a prezzi altissimi pur di accaparrarsi un oggetto consigliato dalla dea Ferragni e da lei firmato o griffato, o arricchito con una foto. È proibito questo modo di fare denaro? No: è consentito da tutte le leggi e garantito in un regime democratico.
Sicuramente non è una attività produttiva utile alla società, ma da nessuna parte sta scritto che l’attività con la quale ciascuno di noi guadagna denaro debba essere utile alla società. Questo avviene forse nei regimi autoritari, non in quelli liberali. Io dico solo che se tu scegli di centrare la tua esistenza sulla tua capacità di adoperare l’opinione pubblica a tuo vantaggio, non puoi poi pretendere che all’opinione pubblica sia messo il silenziatore se tisi rivolge contro. L’opinione pubblica è un animale potentissimo ed è molto difficile ammaestrarlo. Se vuoi decidere di ignorarlo, e di stargli lontano, rischi poco, se lo stuzzichi, e ci giochi, e ci guadagni, devi sapere che ti stai scegliendo una posizione nella quale sei molto esposta.
L’INVIDIA FA MALE, PERÒ...
Dopodiché, figuriamoci se la professoressa Viola non ha ragione a denunciare la gogna - dico la gogna mediatica- che è uno degli strumenti più orrendi prodotti, nella modernità, dalla invidia sociale e dalla cultura dell’odio. È chiaro che nell’accanimento contro la Ferragni l’invidia sociale qualcosa c’entra. Il problema è che lei ha fatto in modo da scatenare questa invidia. E di questo la professoressa Viola dovrebbe accorgersi. Se una persona si gloria della beneficenza che ha fatto e poi si scopre che in realtà non c’è stata beneficenza ma una bella parcella da un milione a proprio favore, non è che poi ci si deve lamentare se qualcuno, esagerando un po’, la mette alla berlina su un muro di Padova. P.S. Per rafforzare la sua arringa difensiva, la professoressa Viola ha citato una frase di un suo figlio di tre anni sulla ricchezza materiale e la ricchezza spirituale e il valore della famiglia. Una frase di tipo socratico. Tre anni: dico tre anni. Magari se nelle polemiche pubbliche lasciassimo in pace i bambini...
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