Ferragni, l'affondo della Lucarelli: "La reputazione puoi anche comprartela"
"Lei ha scelto la strada del vittimismo, che è la sua cifra. Lui mi pare sgangherato, più propenso alla via dell’aggressività, ma non so quanto possa essere una buona idea": Selvaggia Lucarelli, colei che per prima ha sollevato il caso Ferragni-Balocco con un'inchiesta sul quotidiano Domani, lo dice oggi in un'intervista al Corriere della Sera. La Lucarelli, che oggi scrive sul Fatto Quotidiano, non crede all'influencer quando dice che si sarebbe trattato di una "comunicazione sbagliata ma in buona fede": "La comunicazione è stata chirurgica e scientifica, le parole sono state scelte con grandissima attenzione per creare quel tipo di confusione in chi acquistava i prodotti". L'Antitrust, infatti, contesta all'imprenditrice digitale e al gruppo Balocco di aver fatto credere ai consumatori che comprando un pandoro "griffato" Ferragni avrebbero contribuito a fare beneficenza al Regina Margherita di Torino. Cosa che in realtà non sarebbe successa: solo l'azienda dolciaria avrebbe fatto una donazione di 50mila euro all'ospedale, ma mesi prima dell'avvio dell'iniziativa con l'influencer.
La Lucarelli spiega che a insospettirla è stato un punto in particolare: "Mi aveva sorpreso il post con l’hashtag adv, ovvero un contenuto pagato da un’azienda. Ho drizzato le antenne: è beneficenza o adv? E mi dispiace che ci sia stato chi ha interpretato le mie perplessità come qualcosa che nascesse dal rancore o dal livore, come qualcosa di personale e non di professionale". In generale, comunque, il suo giudizio sulla coppia, i Ferragnez, non è affatto positivo: "Il loro è stato un incontro di anime e di ego e mi pare che non ci sia uno dei due che ogni tanto fa fare un passo indietro all’altro, sono lanciati entrambi in una corsa sfrenata senza mai guardarsi indietro e chiedersi se hanno sbagliato qualcosa".
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Quanto venuto a galla in questi giorni, secondo la Lucarelli, sarebbe la palese dimostrazione del loro modo di operare: "Fa parte del loro insieme di privilegi. Se non hai soldi la reputazione te la devi guadagnare, se hai tanto denaro invece puoi comprarti anche la reputazione. Con bonifici fatti bene e quasi sempre a favore di telecamera puoi sostituire l’impegno civile, il sudore delle battaglie, l’attivismo reale".
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