Chiara Ferragni, pioggia di critiche dopo il video di scuse: "Struccata e sciatta, un mondo marcio!"
Giornate difficili per Chiara Ferragni: prima la maxi-multa dell'Antitrust per il caso del pandoro Balocco e la beneficenza non del tutto trasparente, poi l'affondo dal palco di Atreju di Giorgia Meloni, che la ha messa nel mirino proprio per la vicenda-pandori. Quindi, l'influencer ha rotto il silenzo. Lo ha fatto con un post su Instagram, in video di scuse in cui ammette l'errore.
"Il mio errore in buona fede è stato legare con la comunicazione una attività commerciale e una di solidarietà. Purtroppo si può sbagliare, mi spiace averlo fatto e mi rendo conto che avrei potuto vigilare meglio. Nei prossimi giorni parlerò con il Regina Margherita per capire come l'ospedale utilizzerà la somma da me donata e vi racconterò periodicamente gli aggiornamenti. Il mio errore rimane ma voglio far sì che da questo errore si generi qualcosa di costruttivo e di positivo", ha fatto sapere la Ferragni, che cerca con la donazione di riparare il danno d'immagine.
Già, perché il danno d'immagine c'è stato. E non solo. In molti, anzi moltissimi, hanno criticato anche il video "riparatorio". La dura legge dei social che si abbatte sulla regina dei social. "Struccata fanno anche effetto le scuse. Il tuo ufficio stampa è sveglio! Ma non sei un modello da seguire e nulla di te è vero, eccetto queste scuse in assenza delle quali il tuo cachet scenderebbe ", scriveva per esempio, inferocita, Marianna.
Covid, Fedez sbugiardato dalla Lombardia: beneficenza, un altra figuraccia
E ancora, Pietro: "Purtroppo anche queste scuse sono costruite, aria sciatta, capelli legati, pigiamone poco trucco .. quando capirete che il mondo dello spettacolo è marcio sarà troppo tardi. Vai a lavorare!". E come questi, tanti altri commenti, piccatissimi. Anche se, va detto, alcuni la hanno difesa. Proprio come la aveva difesa il marito, Fedez, poco prima del suo video di scuse. E la polemica, insomma, continua.
Bastano tre parole: Chiara Ferragni, il crollo davanti ai microfoni di "Striscia"