Prima della Scala, Vittorio Feltri contro il violista: "Una ridicola stupidaggine"
Quest'anno la Prima della Scala ha suscitato polemiche sin dalla vigilia. Già, perché ad aprire le danze era stato Beppe Sala, sindaco di Milano, il quale aveva fatto sapere che avrebbe preso posto in platea, al fianco di Liliana Segre, la quale era destinata alla platea così come previsto da "protocollo".
Il punto è che alla Prima di oggi, giovedì 7 dicembre, non ci saranno né Giorgia Meloni, il presidente del Consiglio, né Sergio Mattarella, il Capo dello Stato. Entrambi assenti per ragioni diverse, lasceranno due posti liberi nel Palco Reale del prestigioso teatro, dove era atteso proprio Sala. Dunque, dopo la decisione comunicata dal sindaco, qualche ora di polemiche spente poi proprio dalla Segre, che ha trovato la quadra: tutti sul Palco Reale, dove ci sarà anche Ignazio La Russa, il nodo del contendere, quello che era il bersaglio del primo cittadino meneghino.
"Cosa sono in grado di fare i magistrati, di cosa ho paura": la denuncia di Vittorio Feltri
Ma non c'è soltanto Beppe Sala. Già, alcuni musicisti del teatro d'opera lirica più prestigioso d'Italia hanno fatto sapere di non voler stringere la mano a La Russa. La ragione? Il suo passato da missino, l'accusa di essere in buona sostanza un "fascista". Già, siamo ancora a questo punto. E tra chi si è distinto per simile presa di posizione ecco Francesco Lattuada, violista della Scala, ospite a L'aria che tira di David Parenzo nella puntata in onda su La7 a poche ore alla Prima: "No, non stringerò la mano a La Russa - ha fatto sapere -. Abbiamo voluto posizionarci come Cgil e Anpi".
Peccato che a L'aria che tira, ospite in collegamento, ci fosse anche Vittorio Feltri, al quale si è rivolto il conduttore: "Ti voglio chiedere Vittorio, come vedi queste polemiche su La Russa e i musicisti della Scala che non vogliono stringergli la mano?", così David Parenzo. E il direttore: "Mi sembrano una stupidaggine. Anche perché La Russa non può essere fascista, sarebbe l'unico in Italia e dunque anche nel caso non sarebbe un pericolo. Io sono favorevole a parlare di antifascismo a livello storico, però essere antifascisti oggi, con il fascismo morto e sepolto ormai da settant'anni, mi sembra anche un po' ridicolo...", conclude un Vittorio Feltri tranchant ed ineccepibile.
L'aria che tira, Vittorio Feltri e la Prima della Scala: qui il video
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