Serena Dandini, il delirio contro Giorgia Meloni: "Non conta niente che sia donna"
“Non una di meno”, e infatti anche stavolta ne hanno detta una in più, non si sono smentite. In queste ore le ultra-femministe dell’associazione che odia «le destre», anche le donne di destra, si capisce, sono riuscite nella non facile impresa di accusare «il governo Meloni» di «decretazione d’urgenza razzista e classista» dopo gli stupri di Palermo e Caivano. Sì: degli infami violentano due ragazze, il governo di centrodestra va col pugno duro, e per “Non una di meno” - l’hanno scritto su Facebook- la Meloni è stata «razzista e classista». Almeno Serena Dandini, ospite di Otto e mezzo su La7, ci ha messo più brio, diciamo colore con quel suo gigantesco colletto verde-Padania, ma le scarpe erano rosse.
Prima di partire lancia in resta contro il premier, la conduttrice-scrittrice ha preso una bizzarra rincorsa: in questa società patriarcale, ha detto, «il 40% delle donne non ha un conto in banca». Ora, non sappiamo da dove abbia estratto il numero, ma ne diamo uno anche noi, giusto per attinenza tematica, non perché c’entri granché: un bancario su due, e citiamo il “Winning Women Institute”, è donna.
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LO SPETTACOLO
Lo show anti-Meloni della Dandini entra nel vivo: «Non conta niente che il premier sia donna. Sono i valori che incarna...». Sentiamo, quali valori? «Adesso non è che ci mettiamo a dibattere sui valori dei conservatori...». Ah, adesso no? Poi però la vecchia mattatrice dell’“Ottavo Nano” ci ripensa: «Già essere contrari alle leggi pro-genitori omogenitoriali... Ci sono dei bambini, ci sono dei diritti...». Altre accuse: «“Carcere a vita”, “pene più severe”... quelli del governo sono proclami assurdi... non è l’aumento della pena il deterrente». Dandini e “Non una di meno” vanno a braccetto. Breve digressione: secondo l’ex senatrice dem Monica Cirinnà «l’educazione al rispetto e all’affettività erano nella legge Zan affossata dalla destra.
Ora», rullo di tamburi, «tutti costoro devono tacere e sentirsi in colpa. Nel nome di Giulia Cecchettin basta lacrime di coccodrillo. Ci ripensate?». Alle parole della Cirinnà meglio di no. Torniamo su La7, dove irrompe Carlotta Vagnoli, attrice e scrittrice che ha iniziato come “sex columnist” per GQ e Playboy: «Penso che proprio una certa destra, incarnata da questo governo che risponde ai dettami di Dio, Patria e Famiglia, sia abbastanza problematica, perché se le donne devono rispondere a questi valori... Se devono rispondere al nazionalismo per evitare una certa sostituzione etnica... O il bonus secondo figlio, donne a servizio della patria...». La Meloni vuole aiutare le famiglie che hanno figli ed è contro le donne: elementare, Vagnoli.
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Qualche altro esempio? La Vagnoli le spara a raffica: «Fratelli d’Italia ha uno stretto rapporto con le Associazioni Pro-vita». Sempre per la Vagnoli la Meloni vorrebbe abolire la legge 194, e fa niente se la Meloni ha detto in ogni modo che nessuno al governo ha intenzione di mettere mano alla legge sull’aborto. Dal caricatore ne parte un’altra. Perché le donne vengono uccise? «Perché non rispettano i costumi della cultura patriarcale». La Dandini si lascia andare a una dimenticabile parodia: «La cultura del gender... uuuh, la cultura del gender», fa il verso al centrodestra. Nel frattempo l’Unità dava alle stampe un’intervista a Emma Bonino: «Non è aumentando le pene che si sconfigge un fenomeno di questo tipo. Questo è uno stato mentale che viene da lontano e che si è sicuramente aggravato con questa maggioranza e ci fermiamo qui». Peccato.
IL MASCHIO ALFA
Tocca ad Annalisa Cuzzocrea (La Stampa): «Ha ragione la Dandini (...) e in Argentina di recente la presidente della Camera si è rifiutata di essere chiamata “il” presidente” (...). Aveva ragione la Murgia...». Michela Marzano, su Repubblica: «(...) e giù con lo spiegone in modalità maschio-alfa-bianco-etero. Che ne sai tu di come certe donne umiliano gli uomini...». Di nuovo Otto e mezzo. Vagnoli: «Non possiamo prendere decisioni sul nostro corpo se non in funzione di qualcos’altro». La Dandini sta promuovendo il suo libro La vendetta delle muse e ironizza, ci prova: la destra «ha un muso, la ispira Tolkien». La puntata finisce e ci dispiace. Bis-Bis!