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Caracciolo spaventa Israele: "Era difficile perdere, ci è riuscito"

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"Era difficile perdere la guerra della comunicazione, ci sono riusciti". Lucio Caracciolo, diretore di Limes, riflette con grande pragmaticità sulla guerra in Medio Oriente e spaventa Israele

"Le guerre si fanno per un obiettivo politico, non si misurano su quanti terroristi ammazza ma su cosa ottieni alla fine della guerra - spiega l'esperto in studio a Otto e mezzo, ospite di Lilli Gruber su La7 -. Questo è il punto debole di Israele, gli Stati Uniti gli hanno spiegato che non dovrebbero ripetere lo schema della guerra al terrorismo. Il Capo degli Stati maggiori riuniti degli Usa ha detto: Israele si ritroverà a combattere tra qualche anno contro i figli dei terroristi di Hamas che ha ammazzato, solo moltiplicati per 10". 

 

Quindi il vero punto della questione: "Dopo la strage del 7 ottobre era difficile perdere la guerra di comunicazione", invece, sottintende Caracciolo, Israele ci è riuscito. "Non tanto nei paesi arabi, quello non ha nulla a che vedere con una solidarietà ai palestinesi che mai ci sarà, ma per esempio nelle università americane e anche italiane. Hamas era semi-sconosciuto, oggi è diventato un marchio universale".

"Era difficile perde la guerra, ci sono riusciti": guarda il video di Caracciolo a Otto e mezzo

L'alternativa all'attacco a Gaza, sottolinea Carcciolo c'era. "L'idea di terrorizzare i terroristi è sbagliata, è solo un modo per moltiplicarli. E ora dovrà pure amministrare Gaza, perché non ci andranno l'Onu o Abu Mazen. L'alternativa non era entrare a Gaza, se c'era una rappresaglia da fare era contro l'Iran".

 

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