Scherzo a Meloni, Floris a Otto e Mezzo: "Il caso non è chiuso"
"Il caso non è chiuso": Giovanni Floris lo ha detto nello studio di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7, riferendosi alla vicenda dello scherzo telefonico fatto a Giorgia Meloni da due comici russi. "Può succedere l'incredibile, il punto è che poi lo devi spiegare - ha proseguito il conduttore di DiMartedì -. Per evitare che possa sembrare il capro espiatorio il dimissionario, deve affrontare l’inadeguatezza dello staff". Il riferimento in questo caso è all'ormai ex consigliere diplomatico della premier, Francesco Talò, che ieri ha rassegnato le sue dimissioni, come comunicato dalla stessa Meloni nella conferenza stampa al termine del Cdm.
"Sono stretti in una tenaglia - ha spiegato Floris - o ammetti di essere beffato da uno scherzo oppure devi prefigurare un complotto che arriva fino alla mente di Putin. Molti hanno cavalcato questa seconda ipotesi, che apre degli scenari così inquietanti che bisogna andare a vedere punto per punto: si può immaginare ci possa essere una talpa a Palazzo Chigi che li ha aiutati? Devono rispondere alle domande che vengono a tutti".
Qui l'intervento di Floris a Otto e mezzo
"Perché mi dimetto. A chi fa comodo la telefonata dei russi": parla l'ex consigliere della Meloni
Secondo il giornalista, poi, ci sarebbe un secondo tema, che "riguarda i toni che ha usato Giorgia Meloni nella telefonata. Abbiamo letto che questi due comici sono arrivati anche ad altri capi di governo. Se andiamo a vedere ad esempio il presidente spagnolo, era molto freddo. I toni della Meloni invece erano assolutamente informali". Per Floris, "questo porta un'ombra di inadeguatezza anche sulla premier, mentre questo calco dell'inadeguatezza finora aveva inseguito solo gli uomini della maggioranza".
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