Dario Fabbri, "Israele è in trappola": chi c'è dietro Hamas (e cosa vuole)
Dario Fabbri è intervenuto a In altre parole, la trasmissione di La7 condotta da Massimo Gramellini, per fare il punto della situazione sul conflitto tra Israele e Hamas. Il premier Netanyahu ha annunciato ai suoi soldati l’inizio di una nuova fase, che prevede un attacco via mare, terra e aria contro la Striscia di Gaza. Secondo Fabbri al momento Israele si trova dinanzi a un “dilemma irrisolvibile: se non attaccasse, si dimostrerebbe debole di fronte a un attacco osceno come quello a cui abbiamo assistito da parte di Hamas”.
“Sabato scorso - ha sottolineato l’esperto - sono morti più israeliani che negli ultimi 20 anni. È qualcosa a cui Israele non solo deve rispondere, ma deve farlo distruggendo il feudo di Hamas. A Gaza vivono 2 milioni e 300mila persone, con le strutture che hanno spesso una duplice funzione: un ospedale contiene anche un deposito di razzi, una scuola può avere all’interno anche un centro di spionaggio. Allo stesso tempo Israele sa di essere davanti a un’ulteriore trappola, anche se il richiamo alla Jihad che c’è stato in queste ore non ha sortito l’effetto che Hamas sperava. Siamo davanti a un attacco che è tutto tranne che una guerra di religione”.
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Fabbri è sceso più nel dettaglio: “L’attacco è stato scagliato da Hamas per rompere il fronte filo-israeliano che è composto dalla larghissima parte dei Paesi arabi e musulmani, che sono innanzitutto anti-iraniani perché l’Iran fa paura. Hamas è una protesi dell’Iran, che vuole dominare la regione con il suo pan-islamismo. La scommessa dell’Iran è di ricompattare il mondo arabo, rivolgendosi ai regimi che hanno firmato accordi con Israele. I morti civili saranno inevitabili vista la conformazione di Gaza: l’Iran attraverso Hamas dice a questi paesi arabi ‘come lo spiegate alla vostra opinione pubblica che davanti a morti civili di palestinesi arabi voi siete con Israele?’. Questa è la scommessa retorica, propagandistica dell’Iran”.