Patrick Zaki "nome divisivo". E resta a casa: anche Brescia non lo vuole più
Le parole di Patrick Zaki hanno creato non poco scalpore. La sua posizione pro-Palestina e contro Israele non è passata inosservata. Al punto che arrivano i primi provvedimenti. La sindaca di Brescia, Laura Castelletti, ha annullato l'invito all'attivista come "volto testimonial" del festival della Pace in programma in città dal 10 al 25 novembre. A dirlo lei stessa, che ha definito al Giornale di Brescia quello di Zaki un nome "divisivo" dopo le sue esternazioni. Si tratta del secondo invito ritirato dopo quello di Fabio Fazio per la prima puntata di Che tempo che fa sul Nove domenica prossima.
Ma Fazio ha comunque assicurato che Zaki ci sarà, solo più avanti: "Siccome è scoppiata la guerra in Israele ho cambiato la prima puntata, sto facendo una puntata ovviamente su Israele e Palestina e ho chiesto la cortesia a Elisabetta Sgarbi di spostare di una o due settimane il libro di Zako". Discorso simile per il Salone del Libro dove, dopo che il sindaco Stefano Lo Russo si è sfilato dalle polemiche dicendo che "il Salone è e deve essere libero e indipendente di prendere le decisioni che ritiene", è stata la direttrice della kermesse a mettere fine alla querelle. Annalena Benini ha detto chiaro e tondo: "Sono in totale disaccordo con alcuni commenti di Zaki, che mi hanno sconcertata e anche molto addolorata, ma non per questo riesco a immaginare di togliere la parola alla presentazione di un libro".
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Insomma, l'evento di Zaki è confermato. Lui stesso si è difeso: "Sono prima di tutto un difensore dei diritti umani. Non posso essere a favore di nessuna uccisione di civili – la risposta – per altro verso sento che non stiamo puntando l’attenzione sull’alto numero di palestinesi uccisi per anni e bombardati negli ultimi giorni a ogni ora. Nessuno vi sta prestando attenzione, dovremmo essere concentrati sui civili di entrambe le parti".
Quel silenzio in (Usig)Rai degli amici di Patrick Zaki