Ettore Mo, da cameriere a inviato in Afghanistan: addio al grande giornalista
Addio Ettore Mo. È morto a 91 anni il giornalista, uno dei più grandi italiani, storico inviato di guerra de Il Corriere della Sera. Era nato a Borgomanero il primo aprile del 1932. A dare la notizia della morte è stato nella notte il sito web del Corriere, il giornale per cui aveva lavorato sin dal lontano 1962. Prima di approdare in via Solferino aveva viaggiato senza un soldo ed era stato a Parigi, Madrid, Amburgo, sino a Londra, campagndo con lavori umili come cameriere e lavapiatti. Poi dopo essere stato alla redazione spettacoli dal 1979, iniziò la sua carriera da inviato che lo renderà una delle firme più importanti dei reportage di guerra. L’allora direttore del quotidiano di via Solferino, Franco Di Bella, lo spedì infatti nel bel mezzo della rivoluzione khomeinista a Teheran. Da quel momento non si sarebbe più fermato.
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Dall’Afghanistan al Nicaragua, dalla Liberia al Messico, dalla Cambogia a Cuba divenne testimone eccezionale di guerre e conflitti ultradecennali. Le storie, gli incontri, le interviste di Mo, tutte realizzate sempre e solo recandosi in prima persona nei luoghi dove i fatti accadevano, e scritte con stile chiaro, asciutto, senza fronzoli, sono state un prezioso contributo alla conoscenza degli angoli più remoti del nostro pianeta. Spesso i suoi racconti sono stati poi pubblicate in volumi.
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Nel corso della sua lunga carriera aveva seguito in prima persona i principali eventi di politica estera e si era affermato come uno dei massimi conoscitori dell’Afghanistan. Nel 1981, ricorda il Corriere, "incontra uno dei personaggi che lo hanno più affascinato nella sua lunga carriera. Intervista Ahmad Shah Massud, il 'leone del Panshir', il leader laico delle milizie locali tagike che vogliono scacciare i russi e però sono contrarie ai gruppi radicali islamici pashtun che ben presto formeranno il nocciolo duro delle formazioni militari talebane. I due si vedono più volte. Nei suoi ultimi viaggi in Afghanistan, sino a pochi anni fa, Ettore insisteva sempre per portare un fiore sulla tomba di Massud, assassinato dai militanti di Al Qaeda due giorni prima degli attentati dell’11 settembre 2001".
Ha scritto regolarmente per il Corriere della Serà sino al 2011.